Mentre il quadro di agevolazioni per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) è particolarmente chiaro quando si tratta delle scuole primarie e secondarie di primo grado, quando si tratta del mondo universitario le opportunità e le regole sulla personalizzazione del percorso d’apprendimento sono molto più confuse. È dunque importante capire come muoversi in ambito accademico, così da vivere la miglior esperienza formativa possibile – nonostante alcuni persistenti ostacoli.
In questo articolo vedremo:
Chi convive con i DSA dall’inizio del proprio percorso didattico-educativo sa bene che la legge di riferimento per eccellenza è la 170 del 2010. La normativa, che ha rivoluzionato il mondo dell’educazione all’insegna dell’inclusività e della personalizzazione del percorso, statuisce il diritto ad un’istruzione equa, cucita su misura per gli alunni diagnosticati.

Non c’è dunque dubbio che, anche in ambito accademico, l’allora Ministero dell’Istruzione e dell’Università (MIUR) volesse rimuovere gli ostacoli che tipicamente discriminano chi soffre di DSA. Come vi abbiamo già spiegato nell’articolo dedicato, la legge prevede un Piano Didattico Personalizzato (PDP) ufficiale per chi presenti una diagnosi, con relativi strumenti compensativi e misure dispensative.
Purtroppo, però, la normativa italiana obbliga solo le istituzioni scolastiche – e non quelle accademiche – a prevedere dei percorsi specifici per gli studenti con DSA. Sebbene le università siano tenute, sia per Costituzione che per legge, a garantire la piena parità tra studenti, in realtà l’Italia manca ancora di una regolamentazione organica e unitaria in materia. È per questa carenza del quadro giuridico nazionale che ad oggi gli studenti con DSA vivono una forte diversificazione in base all’Ateneo che frequentano, se non addirittura in base ai singoli professori che incontrano.
L’assenza di uno specifico quadro giuridico di riferimento per gli studenti universitari con bisogni educativi speciali (BES) non implica un’assenza a priori di diritti per gli stessi. Al contrario, nella stessa legge 170 del 2010 si può leggere chiaramente come essi abbiano garantito – almeno sulla carta –un percorso differenziato, nell’ottica di tener conto delle peculiarità dei loro processi di apprendimento.
“Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari.” (Legge 170/2010, articolo. 5 c. 1)
Basandosi su questa disposizione, ci sono delle indicazioni da seguire per poter personalizzare la propria esperienza accademica – ad esempio nelle modalità d’esame. Se è infatti vero che difficilmente troverete già un quadro preparato e abituato a venire incontro alle esigenze degli studenti con DSA, è altrettanto vero che presentando una certificazione potrete dialogare in prima persona con i professori per modificare la vostra esperienza.

Le agevolazioni in ambito universitario possono essere richieste non solo durante il percorso di studi ma anche in occasione di eventuali test d’ingresso. Esse sono solitamente di quattro tipi:
- Strumenti compensativi, in particolare con riguardo al materiale didattico personalizzato e all’utilizzo di sintetizzatori vocali, calcolatrici, formulari e così via;
- Misure dispensative, che possono variare dalla modifica delle modalità d’esame alla mancata valutazione degli errori ortografici;
- Assegnazione di un tutor universitario, che può aiutare (similmente al tutor DSA) lo studente nell’organizzazione dello studio e nella lettura delle prove scritte in sede d’esame;
- Esenzione dalle tasse universitarie, parziale o completa.
È importante ricordare che, mentre gli strumenti compensativi e le misure dispensative devono obbligatoriamente in presenza di una diagnosi, le esenzioni fiscali e l’assegnazione dei tutor sono a discrezione dei singoli atenei. Per questo l’invito è di informarsi sulle agevolazioni messe a disposizione specificamente dalla propria università, sfruttando anche gli sportelli e le segreterie dedicate agli studenti.
Come avrete ormai capito, ci sono poche certezze in merito agli studenti con DSA in ambito universitario. Questa situazione si applica non solo alle tipologie di agevolazioni esistenti, ma anche alle modalità di accesso alle stesse. Ci sono però alcuni step che, se seguiti, vi daranno delle garanzie ben più solide sulla personalizzazione della vostra esperienza universitaria.
- Presentate la vostra certificazione, cercando di fare in modo che sia più dettagliata possibile. In fase di diagnosi è infatti consigliabile insistere per avere anche delle indicazioni sulle modalità di apprendimento a voi più congeniali. La presenza di suggerimenti da parte di un professionista abbassa infatti il rischio che alcune misure dispensative e compensative vengano negate, oltre ad offrire una linea guida anche ai professori che hanno meno conoscenza dei DSA;
- Cercate di instaurare un dialogo diretto e sincero sia con le segreterie che con i professori, facendo presente le vostre necessità ed eventualmente spiegando quali sono i vostri processi di apprendimento;
- Presentatevi ai professori non solo con la diagnosi ma anche già con delle proposte di modalità d’esame che potrebbero essere a voi più congeniali. Ricordatevi che potete chiedere non solo la predilezione degli orali agli scritti, ma anche l’utilizzo di strumenti ausiliari e l’addizione di tempo alla prova standard;
- Ricordatevi poi che tra le finalità della legge 170/2010 non c’è solo la predisposizione di strumenti pratici, ma anche l’attenzione ad aspetti più astratti – tra cui spicca la riduzione dei “disagi relazionali ed emozionali”. Per questo, se vi sentite a vostro agio a farlo, spiegate ai professori l’importanza di essere trattati equamente e sfruttare pienamente le agevolazioni a cui avete diritto.

Nel caso in cui alcuni professori vi neghino la personalizzazione dell’esame o vi penalizzino in sede di valutazione, ricordatevi che l’eliminazione degli ostacoli legati ai DSA è un vostro diritto. Per questo potete valutare di rivolgervi agli sportelli e alle segreterie di riferimento, facendo presente eventuali disagi e richiedendo il riconoscimento di ciò che vi spetta per legge.
A questo punto la domanda posta nel titolo di questo paragrafo suona alquanto retorica. È chiaro infatti che al sistema universitario serva una maggiore omogeneità in materia di agevolazioni per gli studenti con DSA. La mancanza di chiare disposizioni unitarie si traduce spesso in vere e proprie discriminazioni, che rischiano di rallentare e peggiorare ingiustamente l’esperienza accademica di moltissimi studenti neurodivergenti.

Questo messaggio, accompagnato da un appello, è stato veicolato dall’Associazione Italiana Dislessia tramite un video YouTube e un’apposita petizione rivolta alle istituzioni politiche competenti. La previsione di una disposizione integrativa su base nazionale sarebbe infatti il primo passo verso una didattica davvero inclusiva anche verso le persone neurodivergenti, consentendo di superare almeno parte delle disparità tuttora presenti nel nostro sistema educativo.