Il concetto di libertà è uno dei più potenti e influenti nella storia umana, probabilmente perché consente alle persone di autodeterminarsi e vivere la vita che davvero vogliono per loro stesse. In questa tesina approfondiremo molti suoi aspetti, da quelli più storici a quelli simbolici. La libertà infatti può essere ritrovata tanto nei movimenti di liberazione quanto nella rottura degli schemi, passando dall’immaginazione di un futuro senza inquinamento.
I collegamenti possibili, che analizzeremo di seguito, potrebbero essere:
Per comprendere tutti i collegamenti tracciabili tra le materie della tesina e la libertà è fondamentale partire da una definizione chiara del concetto protagonista. Il miglior punto di partenza in questo senso è l’educazione civica, che ci insegna trasversalmente l’importanza di poter agire secondo le proprie inclinazioni e i propri desideri.
Secondo la nostra Costituzione, la libertà personale coincide con il diritto assoluto all’autodeterminazione, ovvero la:
“possibilità […] di scegliere liberamente in ordine ad atti che coinvolgono il proprio corpo e le proprie aspettative di salute e di vita” (Articolo 32 Cost.)

La libertà del singolo si lega dunque a doppia mandata anche alla sfera sociale, che viene regolata dalle norme vigenti nei singoli Stati. Di conseguenza, si può dire che ad ogni libertà corrisponda anche un limite, dal momento che se ogni persona agisse in completa libertà si cadrebbe in uno scenario altamente pericoloso – come già detto sia da Hobbes che da Locke. In questo senso dunque le regole e i divieti divengono modalità per vivere al meglio dentro ad una comunità, garantendo ogni cittadino da soprusi e abusi.
La visione per cui ogni essere umano nasce libero per definizione è relativamente recente - e purtroppo tutt’ora non viene applicata in ogni angolo del mondo. A riprova di ciò, storicamente ci sono stati tantissimi casi di potenti Stati che hanno fatto ampio uso della schiavitù per avere vantaggi produttivi, economici e sociali sulla pelle di persone meno forti e/o fortunate. Un esempio emblematico di ciò è stato quello dell’antichità:
- Nell’Atene democratica solo una piccolissima parte della popolazione era libera e cittadina. I grandi intellettuali e politici avevano la possibilità di esercitare le proprie passioni veniva anche dal fatto che sfruttavano il lavoro degli schiavi e delle donne sia per la cura della casa che per i processi produttivi;
- Nell’antica Roma venne fatto ampio uso della schiavitù per la costruzione della propria potenza, per il sostegno e l’espansione della Repubblica del complesso sistema imperiale.
Questo meccanismo venne poi reiterato nell’epoca dell’espansione coloniale europea, iniziata nel XVII secolo e terminata canonicamente due secoli più tardi – ma destinata a segnare la società fino ai giorni nostri. Le potenze commerciali del Vecchio Continente assoggettarono sistematicamente intere popolazioni, privando intere masse di persone della libertà e riducendole in schiavitù soprattutto su base razziale.

La subdola privazione della libertà è arrivata, nel passato, fino a creare veri e propri mercati di schiavi, in cui degli esseri umani venivano valutati in base a caratteristiche produttive: dalla forza all’efficienza, passando dallo stato di salute e i connotati fisici. Nello sport un meccanismo simile si ritrova nei draft americani, il sistema tramite cui gli atleti collegiali vengono misurati per un possibile futuro da professionisti di alto livello.
Come ha sottolineato l’attivista ed ex sportivo Keapernick nel documentario “Colin in Bianco e Nero”, questo modo di valutare i prossimi atleti vengono valutati è spesso deumanizzante e arriva addirittura a limitarne la libertà nel modo in cui si vestono, si allenano, mangiano, parlano.
Spostandoci oltreoceano per un altro caso di razzismo sistemico, una delle più grandi battaglie per la libertà mai combattute è stata quella della liberazione dalla segregazione razziale in Sudafrica. Il Sudafrica (che ha vissuto una storia molto travagliata) confina con Namibia, Botswana, Zimbabwe e Mozambico ed è attraversato da un importantissimo fiume, l’Orange. Questa via d’acqua, assieme al clima mediterraneo con inverni molto brevi, favorì l’ampia colonizzazione olandese a partire dal XVII secolo: proprio da queste colonie nacque un sistema di segregazione fortissima che ne influenza anche la società contemporanea.
Tutt’oggi infatti in Sudafrica la piena libertà di mezzi e diritti è de facto garantita solo al 10% della popolazione circa, quella di discendenza europea.

Il leader più influente del movimento contro l’apartheid è stato indubbiamente Nelson Mandela. L’attivista e futuro presidente del Sudafrica seppe utilizzare al meglio anche la lingua inglese e le sue forme retoriche per unire le folle e combattere una delle battaglie ideologiche che hanno segnato il XX secolo. Non è un caso infatti che moltissimi dei suoi discorsi siano ancora citati e studiati nelle scuole di tutto il mondo.

Una frase particolarmente emblematica che pronunciò nel 1964 – ovvero poco prima di essere imprigionato per le sue idee antirazziste – fu:
“I have cherished the ideal of a democratic and free society in which all persons live together in harmony and with equal opportunities. It is an ideal that I hope to live for and to achieve. But if it needs to be, it is an ideal for which I am prepared to die”.
La liberazione politica è stata vissuta anche in prima persona dagli italiani nella prima metà del ‘900, dopo un ventennio in cui moltissime libertà individuali (e non solo) erano state soppresse dal fascismo. Italo Calvino nel suo “Il Sentiero dei Nidi di Ragno” (1947), parla di alcune lotte partigiane che hanno concorso a rovesciare la dittatura di Mussolini. Primo romanzo dell’autore, l’opera sposa il genere neorealista, sviluppatosi dopo la fine della Seconda guerra mondiale e fortemente influenzato dall’urgenza di rinnovamento nata nell’opposizione antifascista.

“Il Sentiero dei Nidi di Ragno” riesce a narrare le vicende specifiche di alcuni gruppi partigiani liguri in lotta contro i fascisti senza mai dare l’impressione di essere un racconto troppo particolaristico. Da un lato infatti il linguaggio utilizzato restituisce l’idea che si tratti di persone comuni, da non idealizzare; dall’altro inserisce le vicende dei protagonisti nella più ampia lotta della Resistenza. I sentimenti e le motivazioni dei personaggi sono analizzati con profondità, rendendo l’idea di un mondo complesso anche all’interno di individui apparentemente macchiettistici.
Una delle rappresentazioni allegoriche più potenti della libertà è stata fatta da Delacroix nella rappresentazione del popolo francese che lotta contro la monarchia. L’opera, diventata un vero e proprio simbolo nazionale in Francia, risale al 1830 ed è oggi conservata al Louvre di Parigi. Il contesto storico in cui fu dipinta era di forte ribollimento sociale e politico, come dimostra il fatto che Delacroix volle rappresentare tutto il popolo unito in lotta per la libertà contro le politiche oppressive di re Carlo X. È così che la Marianne, personificazione a seno scoperto della Francia, diventa rappresentazione dell’unione nazionale dei battaglieri, eterogenei non solo per estrazione sociale ma anche per età e caratteristiche fisiche.

Un altro grandissimo veicolo di messaggi di libertà è stata la musica: dai canti di liberazione degli schiavi negli Stati Uniti fino alla nascita del Reggaeton, la storia di questa forma d’arte è costellata di rappresentazioni di lotta contro l’oppressione. In questa tesina parleremo però di una forma di libertà musicale diversa, ovvero quella che rompe gli schemi e le regole pre-esistenti. In questo senso, il jazz arrivò come un vero e proprio terremoto nello scenario americano del ‘900, perché si basava su strutture ritmiche molto complesse e grandissime parti di improvvisazione.

Ci si potrebbe chiedere: ma questa rottura degli schemi può davvero essere associata alla libertà? Sebbene al giorno d’oggi sia ormai un genere ampiamente sdoganato, il suo carattere rivoluzionario e le sue origini afro-discendenti scossero le società - ancora ampiamente razziste - del XX secolo. Per capire il ruolo del jazz nella promozione di una vera libertà personale e sociale, basti pensare che esso venne vietato ufficialmente durante il ventennio fascista, periodo in cui si sviluppò nella scena underground non ufficiale.
Accanto all’antirazzismo e alla liberazione sociale, una delle grandi questioni contemporanee è raggiungere la libertà dall’inquinamento. Tecnicamente, con il termine inquinamento si intende il processo tramite cui gli esseri umani hanno rovinato la natura al punto da renderla dannosa - sia per se stessi che per gli altri esseri viventi. Ci sono molte modalità tramite cui esso avviene:
- Acusticamente, sopra la soglia del 55 decibel, come succede nel il traffico delle città;
- Atmosfericamente: ad esempio tramite emissioni nocive delle industrie, delle sigarette, delle auto, che hanno causato il cosiddetto “buco nell’ozono” e l’effetto serra;
- Idrico: ad esempio tramite gli scarichi di rifiuti tossici, la pesca o ancora i sempre più frequenti incidenti petroliferi;
- Del suolo: ad esempio con le discariche o i pesticidi utilizzati per l’agricoltura. Un caso diventato recentemente molto famoso è quello della Monsanto, un’azienda con sede negli USA che produceva e commercializzava prodotti cancerogeni legati al mondo dell’agricoltura.

Sebbene le sue tipologie siano diverse, la libertà dall’inquinamento è l’unico modo in cui il pianeta Terra può avere un futuro. Per conquistare una società davvero green, la tecnologia sta mettendo in campo diverse nuove tecnologie: tra le più importanti ci sono quelle per avere dell’energia pulita. In altre parole, l’obiettivo dovrebbe essere l’abbandono totale delle fonti non rinnovabili (soprattutto per quanto riguarda i combustibili fossili) in favore di quelle che si rigenerano, abbattendo l’impatto ambientale grazie a:
- L’energia eolica che sfrutta la forza del vento;
- L’energia idroelettrica che sfrutta il moto dei corsi d’acqua;
- L’energia solare che sfrutta le radiazioni e il calore provenienti dal sole;
- I combustibili non fossili, soprattutto quelli che contengono il carbonio;
- L’energia geotermica, che sfrutta il calore del sottosuolo.
