Che se ne sia detrattori o sostenitori, la globalizzazione è probabilmente il macro-processo più significativo della storia moderna dell’essere umano. Essa ha stravolto la vita lavorativa, sociale e personale della stragrande maggioranza delle persone, mutando per sempre le relazioni interpersonali e internazionali sotto ogni loro aspetto. Data la sua importanza nel comprendere la società in cui viviamo, perché non dedicare alla globalizzazione il proprio elaborato di terza media?
I collegamenti possibili, che analizzeremo di seguito, potrebbero essere:
La globalizzazione, come potete leggere anche nella nostra mappa concettuale dedicata, è un fenomeno che ha origini economiche e commerciali. Trasformando la società contemporanea, essa prese piede a partire dalla fine del XX secolo per poi svilupparsi secondo diverse fasi:
- Prima ondata – dalle origini fino alla prima guerra mondiale, la globalizzazione fu caratterizzata da nuovi mezzi di trasporto e di comunicazione;
- Fase di arresto – lo scoppio della Guerra mondiale causò una chiusura dei confini e dei commerci;
- Seconda ondata – a partire da molto più tardi, ovvero gli anni ’70 del XX secolo, ci fu una nuova ondata di globalizzazione economica. In questa fase si moltiplicarono infatti i trattati internazionali su finanza e commerci, come rappresentato dai famosi patti GATT e dalla creazione dell’Organizzazione mondiale per il commercio;
- Società moderna – a partire circa dall’introduzione di internet non solo gli stati e gli imprenditori, ma anche i singoli individui nel pianeta sono sempre più interconnessi.

È importante citare il fatto che diversi studiosi, tra cui l’economista Rodrick, hanno sottolineato come le radici del processo di globalizzazione possono essere individuate già a partire dalle grandi scoperte geografiche che hanno interessato i popoli europei a partire dal XVI secolo. Tramite l’apertura di nuove rotte commerciali e il contatto con territori prima sconosciuti, infatti, il mondo è diventato per la prima volta un unicum – generando sì conoscenza, ma anche molti meccanismi a dir poco problematici (come il razzismo e l’imperialismo).
Il concetto stesso di globalizzazione si è plasmato nel tempo, seguendo passo dopo passo le evoluzioni storiche di questo processo socio-economico-culturale estremamente complesso. Consultando l’enciclopedia online di Treccani si può trovare una definizione generica che la indica come:
“un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo.”
Nonostante ciò, è ancora più significativo quanto si può leggere nelle sezioni successive della pagina. Si nota infatti sin dalla prima occhiata che la globalizzazione prende una forma più definita soprattutto se la si analizza nei suoi diversi aspetti: da quello economico a quello culturale, passando per i processi migratori e psicologici.

Proprio sugli aspetti psicologici legati alla globalizzazione si è concentrata un’eccellenza assoluta della letteratura italiana, Pirandello. Lo scrittore siciliano ha spesso analizzato nelle sue opere il viaggio introspettivo che gli individui si trovano a compiere in una società “fluida”, contraddittoria e in continuo mutamento. In questo senso, l’opera a cui guardare è certamente “Uno, Nessuno e Centomila” (1926), romanzo suddiviso in otto libri che narra in prima persona le vicende del protagonista Vitangelo Moscarda.
Il progresso tecnologico e gli aspetti tecnici ad esso legati sono stati fondamentali in ogni fase della globalizzazione, non solo nelle sue fasi di avvio ma anche nel suo consolidamento. Uno dei campi in cui c’è stato il maggior avanzamento è quello delle comunicazioni, con diverse invenzioni che hanno scandito l’evolversi della società:
- Il telegrafo, in realtà inventato già nella prima metà del XIX secolo, è stato fondamentale per abbattere le distanze spaziali e temporali della comunicazione. Utilizzato inizialmente esclusivamente per messaggi intergovernativi e militari, è composto da due estremità collegate tramite un’unità di trasmissione e un’unità di ricezione. La stesura dei messaggi si basava sul codice Morse, perché aveva una scarsa capacità di elaborare codici complessi ed era limitato anche dal punto di vista della durata di funzionamento;
- Il telefono venne brevettato ufficialmente da Bell (1876), anche se la maggior parte della sua ideazione viene dagli esperimenti condotti cinque anni prima dall’italiano Meucci. Questo dispositivo, che ci sembra oggi scontato, rivoluzionò allora le modalità di comunicazione perché le rese accessibili alle grandi masse. Dal punto di vista tecnico, il telefono nella sua versione originale funzionava grazie alla trasformazione in corrente elettrica delle onde sonore trasmesse dalla voce, grazie all’utilizzo di una speciale membrana;
- Nella sua fase più moderna, la globalizzazione è stata ulteriormente rivoluzionata anche dall’invenzione di internet. Pur avendo il suo precursore in ARPANET (una rete militare statunitense introdotta negli anni ’60), esso fu a disposizione delle grandi masse solo a partire da circa trent’anni più tardi. Grazie alla composizione di numerose reti, il sistema-web riesce a trasferire informazioni anche molto complesse anche su scala globale, seguendo un “protocollo” di norme prestabilite che viene denominato IP.

Il susseguirsi delle innovazioni nel campo della comunicazione ha portato alla creazione di un vero e proprio spazio virtuale in cui non ci sono quasi più barriere di tipo tecnico. In altre parole, non solo i messaggi ufficiali, ma anche quelli informali hanno raggiunto una velocità di trasmissione istantanea. In questo modo viene reso possibile un continuo scambio di informazioni, conoscenza e soprattutto culture ed esperienze che altrimenti non sarebbero mai entrate in contatto.
Un media che abbiamo prima ma è stato una vera e propria icona per decenni nel XX secolo è la radio. Anche questa invenzione porta il nome di un italiano, Marconi, che gettò le basi per l’innovazione che forse più di ogni altra cambiò il mondo della comunicazione – sia nell’informazione che nell’intrattenimento. In questo caso la trasmissione del messaggio da un capo all’altro dell’apparecchio avviene grazie allo sfruttamento delle onde elettromagnetiche, che si attivano sfruttando il principio della propagazione.
La radio è stata fondamentale nell’espansione della globalizzazione perché ha permesso per la prima volta la moltiplicazione dei media a livello mondiale, abbattendo le barriere dell’informazione – quantomeno nei Paesi in cui non viene applicata la censura. In questo modo si sono creati anche i primi fenomeni di massa a livello nazionale e internazionale, soprattutto per quanto riguarda la musica.
La cosiddetta British Invasion è uno dei fenomeni musicali che fu possibile solo ai meccanismi e alle tecnologie della globalizzazione. L’invasione da parte di artisti britannici delle radio di tutto il mondo avvenne a partire dalla metà degli anni ’60 del Novecento, invertendo le gerarchie delle nazioni più ascoltate nel mondo occidentale. Anche la British Invasion, così come la globalizzazione in generale, ebbe diverse ondate, arrivando a coinvolgere un vasto numero di gruppi: dai The Who ai The Rolling Stones passando per The Animals e gli iconici Beatles.
Ma perché i vari gruppi britannici ebbero così tanto successo anche oltreoceano, arrivando addirittura a soppiantare le star a stelle strisce? Tutti questi artisti svilupparono – ognuno a modo suo – gli elementi essenziali del blues e del soul, unendoli al rock’n’roll e dandone una lettura libera dai rigidi schemi culturali ancora tangibili negli USA. Possono dunque essere individuati due percorsi che hanno aderito a creare un movimento musicale su scala globale:
- da un lato la ritmica e la progressione melodica vennero arricchite e rese più complesse;
- dall’altro i gruppi riuscirono a liberare l’espressione musicale dagli schemi religiosi e razzisti degli USA dell’epoca, diventando vere e proprie icone di una nuova progressione socio-culturale.
La globalizzazione ha dato vita alla creazione di una nuova cultura di massa, con veri e propri idoli globali che si sono imposti nella società occidentale del Novecento. La nuova cultura pop ha ispirato in modo decisivo la produzione artistica moderna, dando vita alla “pop art”, di cui Andy Warhol è stato uno dei maggiori esponenti. Usando una saturazione altissima dei colori e dei tratti grafici immediatamente riconoscibili, l’artista statunitense creò sia copertine musicali immortali, sia intere serie serigrafiche raffiguranti le maggiori star e personalità a lui contemporanee.

Una transizione da semplici professionisti a veri idoli di intere masse è capitata anche agli atleti – così come agli artisti, musicisti e vari componenti dello star system. La globalizzazione ha permesso infatti a molti sport di essere conosciuti anche al di fuori dei luoghi di origine, allargando il bacino di tifosi e appassionati. Grazie a questo legame nella lista degli atleti e delle atlete conosciuti globalmente compaiono moltissimi nomi illustri: da Kobe Bryant a Serena Williams, da Danica Patrick e Simone Biles a Cristiano Ronaldo – a cui appartiene l’account Instagram con più follower nel 2022.

A braccetto con una maggiore popolarità sono arrivati poi numerosi altri corollari:
- Maggiori introiti all’industria dello sport, che ha portato anche a maggiori investimenti e a nuove innovazioni tecnologiche;
- Una sempre crescente competitività, che rischia di innalzare i livelli di stress degli atleti ma porta anche a risultati sempre più sorprendenti;
- La moltiplicazione di centri sportivi nel mondo, con tutto ciò che vi ruota attorno: dalle figure professioniste ai giovani atleti che possono scegliere una strada sana anche in contesti spesso a rischio.
La primissima forma di globalizzazione, che ha coinciso anche con il consolidamento dell’espansione coloniale delle potenze europee, ha avuto sicuramente un impatto decisivo anche sul panorama linguistico mondiale. Per quanto riguarda l’inglese, ad esempio, si è assistito ad un’espansione esponenziale del suo utilizzo sia come lingua ufficiale (nelle ex colonie) sia in Stati terzi. In un mondo altamente interconnesso e in costante contatto con le altre culture, infatti, la lingua nata nel Regno Unito è diventata la cosiddetta “lingua franca”: soppiantando il francese, si è presto imposta come codice linguistico utilizzato in ogni angolo del globo, agevolando non solo i commerci ma anche gli scambi culturali.
L’avanzamento della globalizzazione è avvenuto contemporaneamente al superamento dei confini delle lotte per i diritti umani e civili. In un mondo altamente interconnesso, infatti, l’arena dei diritti subisce due processi complementari anche se apparentemente opposti:
- Da un lato cresce la necessità di raggiungere una società pienamente inclusiva. In caso contrario, infatti, il costante contatto con altre culture e modi di vivere potrebbe tradursi in conflitti più o meno accesi, sia su base individuale che su base collettiva;
- Dall’altro diventa molto più facile per gli attivisti costruire una narrativa comune, organizzare e mettere in atto le proteste che rivendicano maggiore riconoscimento da parte del potere politico (e non solo).

Bisogna sottolineare che proprio nell’ambito dell’educazione civica la globalizzazione mostra i suoi limiti più evidenti. Essa ha infatti portato a diverse criticità, che rappresentano a pieno titolo delle sfide per la comunità mondiale futura:
- La possibilità di produrre al di fuori del proprio mercato di riferimento ha significato la nascita della delocalizzazione, che abbassa esponenzialmente i costi ma crea anche maggiore disoccupazione e sfruttamento nella classe lavoratrice;
- L’omologazione dei modi di consumare, comunicare e in generale vivere rischia di causare anche un appiattimento nel panorama culturale, con l’assorbimento e/o la scomparsa di intere lingue (come ad esempio certi dialetti italiani), musiche, forme artistiche (e non solo);
- I grandi spostamenti di persone ha creato in molti luoghi una polarizzazione, con crescenti forme di razzismo e xenofobia anche in luoghi che ne erano prima esenti – almeno a livello sistemico;
- L’abbattimento delle barriere spaziali, con grandi spostamenti possibili in brevissimo tempo, ha contribuito ad innalzare i livelli d’inquinamento, portando l’ambientalismo sempre più al centro del dibattito pubblico contemporaneo.
