Come ogni anno, tra fine novembre e dicembre, la politica italiana discute sulla legge di bilancio. La legge programma le entrate e le spese del nostro Paese per tutto il 2022 ed è sempre tra gli interventi legislativi più importanti dell’anno. Ogni ministero, partito, sindacato e associazione di categoria è molto attenta a proporre al governo e al Parlamento le proprie istanze e il mondo della scuola è impegnata, come ogni anno, a far valere la propria voce sul tema mobilitando docenti, studenti, dirigenti e collaboratori scolastici nel tentativo di potenziare il mondo dell’istruzione.
La legge di bilancio, approvata dal consiglio dei ministri, è arrivata da poco al vaglio del Senato che dovrà approvare in tempi brevi per permettere il voto anche alla Camera entro fine anno. Ma quali sono le novità presenti nella finanziaria 2022 per l’istruzione? Quali sono state le reazioni del mondo della scuola alle proposte del governo Draghi? Quali emendamenti ci possiamo aspettare ai tavoli di lavoro tra il ministro Bianchi e i sindacati? Cerchiamo di capirlo insieme!
In questo articolo vedremo:
Come prevede la Costituzione, è il Governo a dover presentare alle Camere la legge di bilancio, chiamata nel linguaggio giornalistico anche “manovra” o “finanziaria”. Al momento la legge è in commissione al Senato e dovrebbe essere discussa a giorni dall’assemblea di palazzo Madama.
Ad oggi abbiamo a disposizione il disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri, il quale potrebbe essere emendato dai rami del Parlamento, probabilità sospirata, come vedremo, da molti sindacati di docenti e dirigenti scolastici.

Il governo ha dedicato alla scuola, all’università e alla ricerca il Titolo VII della legge e 9 articoli più diversi riferimenti sparsi che possiamo riassumere così:
- Vengono prorogati e rifinanziati i contratti di emergenza per i docenti sottoscritti durante i mesi più duri della pandemia per tutto l’anno scolastico 2021/2022.
- Viene modificata la legge che regola la “Valorizzazione della professionalità dei docenti” con la sostituzione di molti parametri presenti nella normativa vigente (sostituzione che sta portando molta tensione tra sindacati e governo nds).
- Viene inserito gradualmente l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria a partire dalle classi quinte nel 2022 con la progressiva estensione dell'insegnamento a tutte le classi nei prossimi anni.
- Viene permesso - in alcune occasioni - di diminuire il numero degli studenti nelle classi per rafforzare il diritto allo studio.
- Vengono rifinanziati gli interventi in materia di attribuzione alle scuole dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi.
- Vengono previsti dei fondi per la formazione del personale scolastico.
- Vengono investiti 200 milioni di euro in più nel “Fondo per l’edilizia scolastica”.
- Il ruolo degli insegnanti nelle scuole materne e primarie rientrerà nelle categorie dei lavori usuranti e potranno accedere all’APE sociale.
- Vengono investiti più fondi per l’acquisto di libri di testo gratuiti.
- Viene reso strutturale l’iniziativa “18 app” per l’attribuzione ai neodiciottenni di 500€ da spendere in attività culturali ed artistiche.
Le principali sigle sindacali degli insegnanti e dei presidi si sono espresse in malo modo alla proposta del governo. Una nota comune di Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams recita:
“La Legge di Bilancio che ha appena iniziato il suo iter parlamentare non prevede poste finanziarie sufficienti a soddisfare le richieste avanzate dal personale della scuola.”
La recriminazioni dei sindacati verso il governo si muovono su più terreni di scontro; le principali problematiche sono state anche espresse al Ministro Bianchi sia a mezzo stampa sia attraverso alcuni incontri al Ministero dell’Istruzione e riguardano:
- I contratti covid: i sindacati, tenendo conto dell’andamento epidemiologico, recriminano al governo la proroga dei contratti solo per i docenti e non anche per il personale ATA, completamente escluso dalla bozza.
- La non eliminazione di alcuni vincoli che non permettono ai dirigenti scolastici il trasferimento in sedi più vicine alla loro residenza.
- La non eliminazione del vincolo triennale per le assegnazioni provvisorie delle cattedre.
- Il non consentire lo scorrimento delle graduatorie STEM (cioè quelle relative alle cattedre di fisica, matematica, scienze e informatica nds).
- La mancanza di fondi sufficienti per la formazione di un personale scolastico adeguato.
- L’eliminazione delle modifiche previste dell’art. 108 della legge di bilancio che prevede la modificazione della legge che regola la “Valorizzazione della professionalità dei docenti”.
Quest’ultimo è forse il punto più dolente. La questione principale e il parametro pensato dal governo che si dovrebbe basare sulla “dedizione all’insegnamento, l’impegno nella promozione della comunità scolastica e la cura nell’aggiornamento professionale continuo”. I sindacati recriminano l’utilizzo di un lessico fin troppo generico e si chiedono chi dovrebbe valutare la “dedizione” e si dicono piccati proprio perché la scuola e suoi insegnanti sono stati un collante formidabile per le nuove generazioni in questi 2 anni di pandemia e di Dad. I Sindacati vorrebbero che la Legge di Bilancio si concentrasse sullo stanziare fondi e che questi fondi siano oggetto di una futura contrattazione collettiva attraverso i contratti nazionali di categoria e non attraverso una legge del governo.
In generale, quindi, i sindacati si mostrano molto poco felici della "marginalizzazione della scuola” in una legge di bilancio ritenuta da molti osservatori fondamentale per il rilancio del paese. Per questo le principali sigle (tranne la CISL) hanno proclamato lo stato di agitazione e i tavoli di lavoro sono stati, in questo periodo, disertati per protesta. Non si esclude la possibilità di uno sciopero.
Tra le questioni sul tavolo nello scontro tra sindacati e governo c’è anche quella della retribuzione degli insegnanti. Il contratto di categoria è scaduto da 3 anni e l’ultimo rapporto sugli “stipendi e indennità di insegnanti e capi d’istituto in Europa 2019/2020” pubblicato il 4 Novembre 2021 fotografa il nostro paese come l’ultimo su 38 sistemi educativi del vecchio continente.
L’Italia paga i suoi insegnanti tra i 22.000€ e 29.000€ lordi annui in linea con Francia, Portogallo e Malta ma ben lontano dagli stipendi superiori a 50.000€ registrati in Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera e Liechtenstein. Molti sindacati e associazioni di insegnanti chiedono un aumento lordo dello stipendio che oscilla tra i 200€ e i 350€ al mese.
Un’iniziativa importante è stata portata avanti dal portale professioneinsegnante.it che ha lanciato una petizione che ha raccolto in pochi giorni oltre 30.000 firme per richiedere un aumento di stipendio non inferiore a 200€.
Il segretario della FLC CGIL Francesco Sinopoli ha fatto una comparativo con gli altri dipendenti statali: “I lavoratori dell’istruzione scolastica guadagnano 343 euro lordi in meno dei loro colleghi statali” e il coordinatore di Gilda Rino Di Meglio sottolinea che: “Nel Pnrr non sono previste risorse da destinare all’aumento stipendiale che, invece, dovranno necessariamente essere stanziate dalla legge di Bilancio in vista del rinnovo contrattuale”.
Il ministro dell’istruzione Bianchi si è espresso sulla questione aprendo le porte alla discussione nelle aule parlamentari. La questione rimane, quindi, aperta e sarà interessante osservare gli sviluppi nei prossimi mesi.

Le prossime settimane saranno decisive per la legge di bilancio. L’arrivo al Senato porterà sul tavolo tutti i dossier più spinosi. I principali partiti di governo fibrillano per modificare la legge nelle commissioni e gli scontri saranno all’ordine del giorno.
La discussione dei temi che ruotano intorno alla scuola saranno un banco di prova fondamentale per il governo e gli incontri in Viale Trastevere (sede del ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca nds) si moltiplicheranno.
Uno sciopero non è da escludere e lo stato di agitazione fa pensare a dei giorni molto infuocati. Martedì 23 novembre è previsto un nuovo tavolo che potrebbe esacerbare di più gli animi oppure aprire le porte ad un compromesso. Continueremo a seguire lo sviluppo dei lavori fino a darvi un quadro chiaro degli interventi della prima legge di bilancio targata governo Draghi sulla scuola.