Disgrafia, cos'è e come affrontarla
18/1/2022

Il DSA della scrittura
Tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) troviamo la disgrafia, cioè una difficoltà nella scrittura, pregiudicata a vari livelli (lieve, medio, grave) ed accompagnata in alcuni casi da altri DSA. A seconda della materia, che siano numeri o parole, la scrittura dell’alunno si presenta difficilmente comprensibile, poco ordinata e a tratti illeggibile.
In questo articolo prenderemo in esame:
Cos’è la disgrafia
Ad alcuni docenti molto spesso capita di notare che un loro alunno impugni in maniera non corretta la penna, durante la stesura dei temi in classe presenta una grafia illeggibile o addirittura poco comprensibile. Durante le prove matematiche non riesce a scrivere nella maniera corretta i numeri o le tracce proposte dall’insegnante. Le dimensioni delle lettere sono errate, una più piccola, le altre più grandi. La distanza tra le parole è enorme. L’insieme di questi elementi portano successivamente ad una diagnosi di disgrafia. Ebbene, compiere però da subito una distinzione:
la disgrafia non è disortografia e viceversa.
La prima non coinvolge l’apparato verbale ma solo i processi grafici e alcuni aspetti motori dello studente. La seconda coinvolge l’ambito linguistico. Nell’acquisizione della scrittura l’alunno deve utilizzare, in maniera combinata, diversi elementi:
- Insieme dei movimenti per poter imparare a scrivere, ovvero le capacità motorie;
- coordinazione oculo-manuale;
- capacità di orientarsi visivamente nello spazio (spazio foglio, spazio lavagna).
Nello studente disgrafico la mancanza di questi elementi porta ad una falla nel sistema di apprendimento. Il bambino con problemi di disgrafia molto spesso viene definito “scrittore sbagliato” “cattivo copiatore”, non riesce a scrivere sotto dettatura, non rispetta i margini, non copia bene alla lavagna. In realtà c’è molto altro, come per altri DSA spesso si parla di comorbilità del disturbo.
I disgrafici presentano in alcune circostanza altri tratti di un ulteriore disturbo dell’apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia), l’insieme di questi, rende il processo di apprendimento più lento e denso di difficoltà. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione (MIUR), gli alunni disgrafici rappresentano l'1.5% del totale degli alunni, circa 90.000 in termini assoluti, anche se il dato potrebbe essere sottostimato.

Come riconoscere la disgrafia
Come nel caso di un bambino discalculico anche un bambino disgrafico presenta delle caratteristiche specifiche:
- Non riesce a rispettare le righe;
- non riesce a rispettare i margini;
- scrive lettere grandi e piccole sulla stessa riga;
- non riesce a scrivere sotto dettatura;
- scrive in maniera lenta;
- non tiene bene in mano colori, matita e penne.
Ridurre il tutto al fatto che un bambino disgrafico non scrive in maniera ordinata non è corretto. La disgrafia presuppone il fatto che l’alunno ha delle difficoltà nel riconoscere lo spazio e muoversi in esso; alcuni bambini potrebbero non avere nemmeno la piena consapevolezza del proprio corpo all’interno di una dimensione circoscritta, come ad esempio la sedia sulla quale sono seduti. Vi è inoltre una difficoltà nella gestione dei compiti a casa, molti non riescono ad essere del tutto autonomi e tale aspetto permane anche quando sono in classe.
Come si manifesta la disgrafia, la diagnosi
Osserviamo più da vicino questo Disturbo Specifico dell’Apprendimento dalle sue manifestazioni al raggiungimento della diagnosi. L’alunno disgrafico scrive in maniera irregolare, la causa è l’impugnatura sbagliata della penna. Essa produce una pressione minore o maggiore sul foglio, rendendo il tratto marcato o alle volte, quasi impercettibile.
La scrittura, non rispettando gli spazi e il margine sembra andare su e giù, senza una regolarità. Destra e sinistra vengono invertite e, nella copia così come nel produrre dei testi o degli esercizi da solo, le cose non vanno meglio. Nel copiare alla lavagna molto spesso si distrae e perde il filo. Non sarà difficile notare sul quaderno enormi spazi bianchi tra un paragrafo e l’altro. Durante il tentativo di copia o nello svolgimento di un dettato l’andamento della scrittura conosce diverse velocità, molto veloce, poi molto lento.
Chi effettua la diagnosi? Un gruppo formato da psicologo, pedagogista e pediatra stabilisce la diagnosi di disgrafia. Dopo un’attenta osservazione e la conseguente somministrazione di test, per l’alunno viene studiato un intervento specifico che coinvolge le attività svolte sia a casa che a scuola. È fondamentale, quando ci troviamo di fronte a Disturbi Specifici dell’Apprendimento, una sinergia tra scuola, famiglia e agenzie educative che si occupano della formazione del bambino. Va sempre ricordato che come per tutti gli altri DSA anche in questo caso ci troviamo davanti ad una condizione di assenza di deficit. Inoltre, per una diagnosi accurata gli specialisti tendono ad aspettare sino alla conclusione della seconda classe elementare.

Come affrontare la disgrafia, strumenti e soluzioni
Sin dalla scuola materna molti propongono esercizi di tipo motorio affinché il bambino possa sviluppare la propria coordinazione. Svolgere dei percorsi con piccoli ostacoli, seguire una direzione, imparare pian piano a distinguere la destra dalla sinistra permetterà al bambino di imparare ad orientarsi e a prendere consapevolezza del proprio corpo nello spazio.
Procedendo dal generale al particolare, una volta arrivato alla scuola primaria, il bambino con una sufficiente consapevolezza non avrà nessun problema nello stare seduto, sistemarsi al proprio posto, gestire lo spazio del proprio banco e successivamente del proprio foglio. Fare in modo che imparino a gestire il loro spazio grafico è fondamentale, l’alunno può svolgere degli esercizi di potenziamento per rendere scorrevole il gesto della mano mentre scrive e il docente può suggerire la corretta impugnatura della penna, dei colori mentre a casa il bambino deve essere supportato dai genitori.
Vediamo cosa prevede la legge 170/10 per tutti gli alunni con disgrafia:
- Quaderni specifici per la disgrafia;
- Penne ergonomiche, facilitano l’impugnatura e la pressione sul foglio;
- Software didattici;
- Registratori;
- Mappe concettuali.
Tra gli strumenti compensativi citati validi ed interessanti sono i quaderni speciali per disgrafia. Questi quaderni, concepiti con righe colorate, margini colorati e appositi spazi destinati alle note del docente, permettono allo studente di poter organizzare, sotto dettatura o durante la copia alla lavagna, meglio lo spazio del foglio.
Ricordiamo nel caso in cui vi fosse comorbilità, l’importanza dell’utilizzo delle mappe concettuali. Esse grazie alle loro caratteristiche, combinando insieme immagini e poco testo permettendo al bambino di memorizzare più facilmente gli argomenti secondo il principio fondamentale della sequenzialità. Tutte le attività che il docente e il gruppo di esperti propone devono essere graduali ed accattivanti per il bambino, non va mai dimenticato che questo come tutti gli altri Disturbi dell’Apprendimento provocano nello studente un elevato tasso di frustrazione con conseguenti disagi sull’autostima.
Articolo di Mariana Ciaglia, pedagogista.
Faq