Tesina di terza media su “La felicità”

Nina Komadina

17/4/2023

Tesina su “La Felicità”

I massimi ragionamenti sull’esistenza hanno portato l’essere umano a trovare le più svariate motivazioni sul senso della vita. L’elemento che ha però messo d’accordo più filosofi, artisti e scrittori è certamente la ricerca della felicità – sia nel loro percorso personale che nelle loro convinzioni intellettuali.

Essere felici potrebbe essere infatti inteso come l’obiettivo finale della maggior parte degli uomini, perché lo stato di soddisfazione e di mancanza di turbamenti costituisce la base per una vita davvero serena e desiderata. Andando oltre le tautologie che caratterizzano i legami tra la felicità e i desideri dei singoli individui, esplorare questa tematica in modo trasversale vi può assistere nella creazione di una tesina di terza media davvero interdisciplinare.

I collegamenti possibili, che analizzeremo di seguito, potrebbero essere:

Scienze: l’anatomia della felicità

Così come tutte le altre emozioni che proviamo, anche la felicità è spiegabile da un punto di vista scientifico. Causata da particolari reazioni che si sviluppano a livello cerebrale, essa è caratterizzata dalla produzione di almeno quattro tipologie di molecole:

  • Le endorfine, che sollevano dal dolore e dallo stress;
  • L’ossitocina, collegata agli affetti a livello familiare amicale e amoroso;
  • La dopamina, che da un lato provoca piacere e dall’altro aiuta a migliorare i livelli di concentrazione (motivo per cui viene spesso molto ricercata istintivamente da chi soffre di ADHD);
  • La serotonina, un neurotrasmettitore che si sviluppa anche a livello intestinale e regola sia l’appetito che aspetti secondari come socialità, autostima e umore.

Quando uno o più di questi ormoni vengono prodotti dall’organismo, il corpo risponde trasmettendo una sensazione di benessere che ovviamente si tende a ricercare il più possibile. Non solo però: studi relativamente recenti hanno scoperto che le persone felici tendono ad avere anche uno stato di salute generalmente migliore, grazie a minori livelli di tensione (soprattutto cardiaca).

Educazione fisica: essere felici dalla fatica

Nonostante la spiegazione scientifica sulla sensazione di felicità e benessere, molti sportivi (soprattutto alle prime armi) non capiscono come sia possibile che un’attività fisica molto intensa, per quanto stancante, riesca a provocare una sensazione diffusa molto simile alla vera e propria felicità. Com’è possibile?

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L’attività fisica produce ormoni legati alla felicità, contribuendo allo stato di benessere generale degli atleti.

Quando il corpo umano è sotto sforzo produce endorfine, uno degli ormoni che abbiamo già menzionato, perché cerca di compensare eventuali dolori e tensioni che derivano dall’esercizio fisico. Il cervello risponde dunque ai messaggi che vengono inviati dai recettori nervosi, spostando gli equilibri ormonali proporzionalmente all’intensità della performance. Per questo l’attività sportiva può portare alla riduzione generalizzata dei livelli di stress, diminuendo anche la predisposizione allo sviluppo di malattie cardiovascolari e autoimmuni.

Storia: il sogno Americano, che prometteva felicità

L’ossessione dell’essere umano per la felicità ha portato addirittura allo sfruttamento di questo concetto a scopi politici, con un intero sistema propagandistico che cercò di offrire la ricetta perfetta per ottenerla: quello degli Stati Uniti. Nel contesto della Guerra Fredda, iniziata dopo la fine della Seconda guerra mondiale, gli USA ripresero il concetto di “sogno americano”, già nato come concetto durante le prime colonizzazioni del Nuovo Continente, per cercare di convincere tutto il mondo occidentale che il duro lavoro e la determinazione potessero portare ogni individuo ad un tenore di vita privilegiato.

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Durante la Guerra Fredda gli Stati Uniti divennero per l’Occidente un punto di riferimento sia economico che culturale.

Questa visione, basata sugli ideali liberali capitalisti, veniva contrapposta nella guerra ideologica novecentesca al modello proposto dall’Unione Sovietica, basato sul lavoro ma contrario alla società consumistica e ai lussi proposti dalla propaganda a stelle e strisce. Gran parte della Guerra Fredda si combatté dunque non solo attraverso il potenziamento degli armamenti, ma anche attraverso la promessa di una felicità futura diffusa per chiunque sposasse gli stessi ideali. A riprova di ciò, nell’Europa Occidentale si sviluppò presto un’ammirazione generalizzata per la vita oltre oceano, dipinta volontariamente come ricca di beni innovativi, passatempi e stabilità economica.

Geografia: la Finlandia, Paese più felice del 2023

Nonostante questi sforzi del passato americano, il World Happiness Report dell’ONU del 2023 ha indicato la Finlandia come Paese con i livelli più alti di felicità, tenendo conto di diversi parametri tra cui primeggia la percezione degli stessi cittadini. Questo Stato, tanto settentrionale che ben un terzo delle sue terre supera il Circolo Polare Artico, è caratterizzato da un clima continentale freddo che ghiaccia i maggiori bacini d’acqua per ¾ dell’anno.

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In Finlandia si può assistere allo spettacolo naturale dell’Aurora Boreale, che attira ogni anno intere flotte di turisti.

Anche a causa di questo clima, la maggior parte degli abitanti e dei centri abitati si trovano nella parte meridionale del Paese, come nel caso della capitale Helsinki. Gran parte della sua popolazione parla prevalentemente il finnico ed è di fede protestante - nonostante ci siano delle minoranze russe ai confini e sami a nord del Paese. Con un’economia fortemente basata sull’esportazione del legname e del pescato, in realtà la Finlandia ha spiccato negli ultimi decenni anche per l’avanzamento tecnologico – soprattutto nel mondo delle comunicazioni e dei media.

Inglese: la ricerca della felicità in “Tintern Abbey”

Un autore che parlò di ricerca della felicità fu William Wordsworth, fondatore del naturalismo e grande esponente del romanticismo inglese del primo Ottocento. La poesia di chiusura delle sue Lyrical Ballads, “Tintern Abbey”, parla di uno stato di serenità generalizzata data dal contatto puro con la natura, tramite un processo di immersione che esclude del tutto l’intelletto – e quindi l’aspetto antropologico dell’esistenza. Grazie all’ampio uso della figura retorica dell’enjambement, Wordsworth riuscì a trasmettere il carattere olistico dell’universo che viveva, imbevuto di “acts/ of kindness and love” (ovvero atti di gentilezza e amore).

Italiano: la “Felicità raggiunta” di Montale

Non solo oltremanica gli scrittori si sono dedicati al grande tema della felicità. All’interno di Ossi di Seppia, pubblicato da Eugenio Montale nel 1925, troviamo una poesia dal titolo “Felicità raggiunta, si cammina”, che narra appunto il percorso che porta al raggiungimento permanente di questo stato d’anima. Tramite l’utilizzo di numerose forme retoriche, l’autore descrive la precarietà che caratterizza il viaggio verso la felicità, emozione che ha un potere immenso nel sollevare gli esseri umani dalle loro pene.

Musica: trasmettere la felicità con le regole armoniche

La felicità può essere veicolata non solo dal linguaggio verbale ma anche dalle più disparate espressioni artistiche. Nel campo musicale, ad esempio, ci sono delle regole armoniche ben precise che identificano le emozioni che ciascuna melodia è in grado di trasmettere. Solitamente la felicità è associata: agli accordi maggiori, formati da triadi dagli intervalli ben definiti; a ritmi vivaci, spesso sincopati ma mai troppo celeri; suoni puliti e scarse distorsioni (anche nella musica elettronica).

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La musica è uno degli strumenti per indurre la felicità, grazie alle connessioni che particolari combinazioni melodiche trasmettono al cervello.

Arte: “La danza” di Matisse

Una delle opere pittoriche più associate al concetto di felicità è “La danza” di Matisse, del 1909-1910. Il pittore francese ritrae una sorta di girotondo con delle figure nude estremamente grafiche che, nonostante l’assenza di espressioni facciali riconoscibili, riescono a richiamare uno stato gioioso. Il risultato viene ottenuto grazie all’utilizzo di colori accesi e segni decisi ma morbidi, che rendono bene l’idea del movimento.

L’assenza di un vero e proprio paesaggio riconoscibile di sfondo, inoltre, lascia che l’accento venga posto sulle figure in movimento, sottolineandone la connessione e il momento di condivisione. Questa comunione, sottolineata da un mondo stilizzato nell’orizzonte, richiama nello spettatore l’idea di una situazione piacevole, caratterizzata da sensazioni sociali positive. È così che il pittore francese d’avanguardia riuscì a immortalare la propria personale percezione della felicità.  

Matematica: definire la felicità con i numeri

La disciplina che si occupa solitamente di descrivere la realtà sociale e politica con i numeri è la statistica, che ha costruito nei corsi dei decenni i più disparati indici per misurare aspetti che vanno dal rischio di povertà per arrivare fino ai luoghi migliori dove vivere. Nel 2017 però l’imprenditore egiziano Mo Gawdat ha pubblicato un libro che contiene la sua proposta di un’equazione che misura la felicità

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Per quanto sia complesso descrivere aspetti umani con i numeri, la matematica ha recentemente proposto delle regole numeriche per individuare la felicità.

Il modello di Gawdat studia questa emozione come se fosse un’incognita (x) che dipende da due variabili indipendenti principali: da un lato ciò che accade nella vita del singolo individuo e dall’altro le aspettative che lo stesso ha nei confronti degli eventi. Individuando ulteriori sottocategorie a questi due elementi, la felicità andrebbe dunque trovata tramite uno schema complesso che comprende: 

  • Un indice che misura l’infelicità a 5 diversi gradi; 
  • 6 variabili che indicano le maggiori illusioni che riguardano le aspettative del singolo; 
  • 7 caratteristiche che descrivono il funzionamento psicologico degli esseri umani.

Educazione civica: la felicità nella Costituzione italiana

A differenza di quanto possiamo vedere negli Stati Uniti, la Costituzione italiana non contiene un riferimento diretto alla felicità degli individui. Nonostante ciò, l’articolo 3 parla di “pieno sviluppo della persona umana”, un concetto che può essere avvicinato al concetto di ricerca di quello stato di benessere. La nostra Costituzione riconosce inoltre non solo la parità di tutti gli esseri umani indipendentemente dalle condizioni sociali, ma anche la specificità che contraddistingue ogni individuo nei suoi desideri e necessità.

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