Tesina di terza media su “L'emancipazione femminile”
Nina Komadina
4/4/2023

Tesina su “L’Emancipazione femminile”
Nella maggior parte delle società e degli Stati contemporanei è ormai pacifico che – almeno sulla carta – le donne dovrebbero essere completamente pari agli uomini. Nonostante ciò, sappiamo che questa convinzione è purtroppo frutto solo della storia recente, tanto che si parla di emancipazione femminile come concetto storico e sociale.
Alcuni scenari preoccupanti, come le violazioni sistematiche ai danni delle donne in Iran e la revoca del diritto costituzionale all’interruzione volontaria di gravidanza negli USA, ci stanno insegnando che il percorso per arrivare alla piena equità di genere è tutt’altro che completato. Ripercorrere in una tesina di terza media i maggiori punti e le maggiori protagoniste dell’emancipazione femminile può dunque aiutare a prendere consapevolezza di una dinamica sociale in cui siamo ancora del tutto immersi.
I collegamenti possibili, che analizzeremo di seguito, potrebbero essere:
Storia: il movimento delle suffragette
Dal punto di vista storico, l’emancipazione femminile è passata per moltissimi eventi topici, ma sicuramente ha conosciuto uno dei suoi apici grazie all’ottenimento del diritto di voto per le donne. L’estensione della partecipazione politica passiva al genere femminile è avvenuta a partire dal movimento delle cosiddette “suffragette” che (come suggerisce il nome) chiedevano il suffragio universale. Sebbene fosse già attivo in Francia durante la fine del XIX secolo, il movimento per l’ottenimento del diritto di voto ha acquisito ancora più forza dopo la Prima Guerra Mondiale.

Non è un caso che l’emancipazione femminile abbia vissuto una spinta decisiva in seguito al conflitto globale, anzi: l’introduzione della coscrizione di massa e l’elevatissimo numero di uomini morti o feriti al fronte costrinse infatti i governi a puntare sulla manodopera femminile per supportare l’economia di guerra. Come già successo con le precedenti estensioni del suffragio maschile, la maggiore partecipazione alla vita produttiva del Paese portò le donne a richiedere anche maggiori diritti, anche grazie ad un nuovo potere contrattuale.
Educazione civica: l’otto marzo oltre una semplice festa
Quella per il diritto di voto rappresenta però solo una delle battaglie che le donne hanno dovuto combattere per la piena emancipazione femminile. A partire dal 1977 le battaglie femministe hanno ottenuto una propria giornata internazionale, l’8 marzo, riconosciuto oggi globalmente come Giornata internazionale dei diritti delle donne. L’obiettivo ultimo di questa ricorrenza è di invitare alla riflessione sul livello di parità di genere raggiunto nel mondo, purtroppo ancora lontano dal pieno completamento.

È per questo che, durante l’8 marzo, anche in Italia vediamo moltissime manifestazioni e molti cortei che richiedono il riconoscimento di maggiori diritti in ambito riproduttivo, sociale, economico, familiare, lavorativo e non solo. È inoltre sempre più frequente che queste istanze si allarghino cercando di includere sempre più individui e diversità, prendendo il nome di battaglie transfemministe. In altre parole, l’8 marzo non è solo “la festa della donna”, ma un momento di ricerca e richiesta di una società davvero inclusiva e non discriminatoria – come vorrebbe la Costituzione italiana.
Italiano: l’evoluzione della lingua per la parità
Recentemente anche il linguaggio si sta trasformando per cercare di diventare il più inclusivo possibile, dimostrando in Italia la permanenza di fenomeni lessicali che appartengono a particolari comunità. Il 20 marzo 2023 l’Accademia della Crusca, massima autorità linguistica in Italia, si è pronunciata a favore della declinazione al femminile nel linguaggio giuridico e contro l’articolo davanti al nome proprio femminile. Queste pronunce, che possono sembrare marginali, in realtà riflettono il grado elevatissimo di influenza che hanno le parole sul modo sociale di percepire la realtà, sottolineando che la declinazione unicamente maschile delle professioni è più un retaggio della società patriarcale che una scelta motivata dal funzionamento della lingua italiana.
Educazione fisica: la nascita del baseball femminile professionistico
L’emancipazione femminile è stata dunque a più riprese legata al mondo del lavoro e della liberazione grazie alla professione. Nel mondo dello sport un caso di avanzamento significativo è arrivato con l’inaugurazione della prima lega di baseball femminile negli USA nel 1943. Anche in questo caso, la scelta di “promuovere” le donne ad un ruolo che era prima loro precluso venne dalla necessità data dall’assenza degli uomini, che erano al fronte per la Seconda Guerra Mondiale.
In realtà, però, bisogna sottolineare che alle sue origini la lega di baseball professionistico femminile aveva delle regole diverse dal baseball canonico:
- La palla era più piccola, come previsto dalle regole del softball;
- I tiratori delle due squadre lanciavano ad una distanza particolarmente ridotta;
- I lanciatori giocavano comunque da un tumulo rialzato, cosa che avviene nel baseball ma non nel softball.
Per comprendere quanto diverso fosse il contesto (anche sportivo) dell’epoca basta pensare che le atlete, pur ufficialmente riconosciute come professioniste, erano comunque costrette ad assistere a delle lezioni di “buone maniere”. Questa particolare clausola dimostra come le donne venissero giudicate non solo per le loro prestazioni ma anche per aspetti della vita personale al di fuori del campo.

Geografia: lo Sri Lanka, primo stato a governo femminile
Il primo Stato che ha avuto una donna alla guida del governo è stato lo Sri Lanka, con l’elezione nel 1960 di Bandaranaike. Lo Sri Lanka, che veniva allora chiamato Ceylon, si trova nell’Oceano Indiano e vanta un’ampia diversità sia paesaggistica che climatica al suo interno. Nonostante queste differenziazioni, il territorio è prevalentemente pianeggiante, favorendo la diffusione di un clima per lo più caldo.

Per quanto riguarda le temperature, lo Sri Lanka raggiunge medie annuali di 27°C nelle pianure, fenomeno comprensibile dato il clima tropicale prevalente nella regione. Il calore, assieme ai frequenti rovesci e gli alti tassi di umidità delle zone costiere, rendono le piantagioni di tè particolarmente rigogliose – tanto che viene qui prodotto il pregiatissimo tè Ceylon.
Tecnologia: la fissione nucleare spiegata da Meitner
In ambito tecnico-tecnologico, una delle più celebri intuizioni scientifiche che portano la firma di una donna è stata la prima spiegazione della fissione nucleare. La scienziata, Meitner, dovette lavorare in condizioni decisamente avverse, con un ambiente tanto misogino da non ammettere le donne nei laboratori e da negarle il premio Nobel nonostante la portata della sua scoperta. L’esperta non solo scoprì un elemento radioattivo, il protoattinio, ma lavorò addirittura ad un acceleratore di particelle, un macchinario estremamente complesso che viene oggi utilizzato soprattutto nell’industria, nella medicina e nella ricerca.
Scienze: la radioattività scoperta da Curie
Un'altra scienziata iconica per l’emancipazione femminile è stata Marie Curie, senza il cui lavoro probabilmente neanche la già citata Meitner avrebbe potuto condurre le proprie ricerche. Grazie alla sua disciplina e al suo genio Curie riuscì a scoprire e isolare il radio nel 1898 assieme al marito – esponendosi oltretutto inconsapevolmente ad una delle sostanze più nocive esistenti. L’incredibile scoperta, che consentì poi il potenziamento tecnologico di moltissimi macchinari nonché la nascita di un’intera branca di specializzazione scientifica, valse alla scienziata il Nobel per la fisica nel 1903.
Inglese: la spinta rivoluzionaria di Virginia Woolf
L’eccellenza femminile e femminista non si è però fermata agli ambiti scientifici. La scrittrice Virginia Woolf, nata nel 1882, fu infatti una pioniera dell’emancipazione femminile, trattando nei suoi libri tematiche tanto all’avanguardia che rimangono tuttora attuali. Scendendo nel dettaglio, una delle sue opere più rivoluzionarie fu “Una stanza tutta per sé” (1929), scritto in gran parte anche grazie all’esperienza da militante suffragetta.

Per veicolare il proprio sentire e le proprie idee, Woolf utilizzava spesso uno stile crudo e vicino all’autobiografia, senza disdegnare il metodo del flusso di coscienza. Questo mezzo di comunicazione, che è stato utilizzato tra gli altri anche da James Joyce nell’ “Ulisse”, prevede che le strutture formali della scrittura vengano sacrificate in favore dell’espressione pura dell’interiorità dei personaggi, simulando il dialogo interiore di ogni individuo. Non solo, la scrittrice seppe conciliare le sue esperienze crude e spesso anche violente con uno stile molto raffinato, facendosi apprezzare sia in vita che con la rinascita della letteratura femminista negli anni ’70.
Arte: Frida Kahlo, pittrice femminista
La figura con cui chiuderemo questa tesina è stata – ed è tutt’ora – uno dei più grandi simboli del femminismo moderno. Stiamo parlando della pittrice messicana Frida Kahlo, maestra come Woolf nel trasformare le proprie esperienze traumatiche in arte sublime. L’artista si avvicinò infatti al disegno e alla pittura quando venne costretta a letto da un grave incidente: non facendosi bloccare dall’esperienza, riuscì presto a raffinare la propria tecnica di autoritratto – forma espressiva che la rese poi famosa più di ogni altro.

Kahlo diventò poi così iconica perché non si fermò alla propria arte, ma si impegnò moltissimo politicamente, iscrivendosi nel 1930 al Partito comunista Messicano. Dopo il divorzio con il marito conobbe il proprio exploit artistico, entrando in circoli d’élite e arrivando ad esporre nelle maggiori gallerie mondiali. Uno degli aspetti che più colpisce ancora oggi della sua arte è la trasparenza e semplicità con cui riesce a veicolare emozioni fortissime, esprimendo apertamente anche argomenti all’epoca controversi come la sua bisessualità.

Faq