Le mappe concettuali e mentali sono state rivalutate negli ultimi tempi infatti sono considerate strumenti completi per arricchire il percorso formativo degli studenti. Le opportunità offerte spaziano infatti dalla creazione di percorsi interdisciplinari fino al loro uso come strumenti compensativi, passando per l’apprendimento delle lingue straniere e l’applicazione del game-based learning.
Per sfruttare in modo davvero efficace le mappe concettuali è necessario conoscerne i punti di forza e di debolezza, in modo tale che lo studia possa essere sia personalizzato che funzionale agli obiettivi prefissati. Molti studenti e insegnanti, rischiano di incappare in errori facilmente evitabili, che spesso pregiudicano la corretta riuscita di una mappa funzionale.
Quali sono dunque i passi falsi da non commettere quando si crea la propria mappa concettuale?
In questo articolo vedremo:
Uno degli errori più comuni che trae in inganno sia studenti che insegnanti è la scelta poco accurata della tipologia di mappa. Come vi abbiamo già spiegato in diversi articoli, infatti, ci sono molte differenze tra mappe concettuali e mentali e tra gli obiettivi raggiungibili con diversi layout e suppor di studio.

Ma quali sono i passaggi da compiere per orientarsi tra le numerose possibilità disponibili? Il modo migliore per scoprire la propria strada nel mondo delle mappe è porsi tre domande di base su ciò che ci si aspetta dal proprio lavoro.
- A cosa vi serve la mappa che state creando? Se state riassumendo o studiando, sarà meglio indirizzarsi sulle mappe concettuali, mentre se state creando un percorso interdisciplinare sarà meglio optare per la mappa mentale. Per quanto riguarda game-based learning e insegnamento potrete scegliere in base all’attività da proporre ai vostri studenti;
- C’è un’occasione di verifica per cui state utilizzando la mappa? Se vi state preparando per un test cercate di ottimizzare il lavoro: in caso di una verifica orale optate per mappe meno approfondite in modo tale da ripercorrerle ripetendo; in caso di verifica scritta puntate molto sull’aspetto visivo, in modo tale da riattivare la memoria visiva;
- Volete lavorare sulla mappa in cartaceo, digitale o modalità mista? Il tipo di supporto utilizzato può cambiare completamente l’esperienza didattica, perché da un lato il lavoro in analogico permette di attivare specifici processi neuronali motori, mentre dall’altro il digitale consente l’inserimento di file audio e video consultabili in qualsiasi momento.
Lo scopo delle mappe, soprattutto quando utilizzate in fase di apprendimento dei concetti, è solitamente quello di riassumere del materiale complesso e dettagliato. Proprio da questa somiglianza con il mondo dei riassunti traiamo il secondo errore da non commettere mai: avere la pretesa di creare un prodotto finale completo nei suoi minimi dettagli.

Dal momento che dovrebbe servire da base schematica su cui costruire la propria conoscenza, infatti, una mappa troppo complessa rischierebbe di risultare dispersiva – se non addirittura di confondente. Per questo bisogna sempre evitare di aggiungere troppi collegamenti o troppi nodi, così come di mettere informazioni cruciali sui connettori dei concetti.
Se avete difficoltà a rimanere nei limiti, provate ad auto-imporre un numero massimo di elementi da inserire nella mappa, in modo tale da evitare un processo di studio frustrante. Un metodo altrettanto efficace e probabilmente ancora più comodo per evitare di sovraccaricare la vostra creazione è l'utilizzo delle funzionalità automatiche di Algor Education. Con i nostri strumenti di creazione automatica dei nodi potrete infatti ottenere una base di partenza estremamente sintetica da ampliare (con moderazione!) a vostro piacimento.
Per quanto la creazione delle mappe possa essere divertente e stimolante, bisogna sempre fare attenzione a non esagerare: est modus in rebus, bisogna trovare la giusta via di mezzo. Facendosi ingolosire dalla possibilità di aggiungere colori e immagini sgargianti, il rischio è spesso quello di far scivolare il materiale didattico in secondo piano. Questo tipo di errore crea sia problemi di funzionalità che di gestione del tempo, perché fissarsi sui dettagli visivi può rallentare incredibilmente il processo di apprendimento.
In altre parole, gli aspetti grafici devono sempre essere di sostegno al processo di memorizzazione, evitando di puntargli tutta la luce dei riflettori. Dovrete dunque trovare uno stile che sia efficace per i vostri personali schemi mentali, processo che viene reso ancora più facile quando si usano gli strumenti di intelligenza artificiale. Queste funzionalità possono essere comodamente sfruttate, ad esempio, grazie alla funzione di stampa di Algor Education.

Uno dei vantaggi del digitale è infatti dare la possibilità di modificare moltissimi elementi, che vanno dal font ai colori passando dalla disposizione dei nodi, rendendo più semplice per il singolo raggiungere il risultato ottimale. Quando starete creando la vostra mappa, dunque, premuratevi di:
- Scegliere un font e un carattere che siano per voi leggibili e immediati;
- Distribuire i nodi in un modo intelligente e “diluito”, lasciando che ci siano anche spazi bianchi tra le varie componenti della mappa (così che l’occhio non sia sovra-stimolato);
- Selezionare i colori seguendo una ratio, per quanto personale e modificabile. Ad esempio, se vi abituerete a usare uno specifico colore per i concetti chiave, i vostri neuroni saranno più veloci nel riconoscere i punti focali del materiale di studio.
La tendenza a riassumere troppo è certamente il problema speculare ed opposto all’eccessivo riempimento delle mappe mentali e concettuali. Se da un lato è vero che bisogna quanto più possibile mantenere le proprie creazioni “asciutte” e facilmente consultabili da un punto di vista visivo, è altrettanto vero che esse non devono mancare di alcuna informazione fondamentale.
Se non riuscite a capire quale sia il giusto livello di informazioni da includere nella vostra mappa, provate a chiedere ad una persona che non conosce l’argomento di leggere il risultato finale: riesce a capirne i concetti fondamentali? L’obiettivo dovrebbe essere infatti quello di poter conservare le mappe e riutilizzarle anche per ripassi e in occasione di verifiche lontane. Per questo motivo dovrete cercare di rendere il risultato finale autosufficiente, ovvero comprensibile anche senza avere il testo di riferimento.
Bisogna sempre ricordarsi che il mondo dell’educazione moderna punta moltissimo sulla personalizzazione dell’esperienza formativa, che deve essere idealmente cucita addosso al singolo studente. In un contesto scolastico sempre più individualizzato si è arrivato a comprendere che anche i metodi di studio, apprendimento e memorizzazione variano estremamente da persona a persona.

Come naturale conseguenza, quando decidete di iniziare ad usare le mappe mentali e/o concettuali, dovete essere coraggiosi e non avere paura di sperimentare, eventualmente cambiando approccio in corso d’opera se necessario. Il momento ideale per iniziare a muoversi in questo mondo è dunque quando non ci sono appuntamenti o scadenze troppo pressanti, perché così potrete davvero concedervi di seguire i vostri tempi e capire quali sono i meccanismi di memorizzazione che più vi si addicono.