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La Locandiera di Carlo Goldoni è una commedia che narra le vicende di Mirandolina, locandiera astuta, e dei suoi corteggiatori nobili. L'opera sfida le convenzioni della Commedia d'Arte, sostituendo maschere e improvvisazione con personaggi realistici e una trama ben pianificata. Rappresenta il dibattito sociale dell'epoca illuminista, esaltando la figura femminile e criticando la nobiltà parassitaria.
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PRIMO ATTO
LA LOCANDIERA MIRANDOLINA GESTISCE UNA LOCANDA A FIRENZE INSIEME A FABRIZIO
E' MOLTO BELLA E MOLTO CORTEGGIATA
DEL CAVALIERE DI RIPAFRATTA CHE LA TRATTA COME UNA SERVA
LEI DECIDE DI ESCOGITARE UN PIANO PER RIDICOLIZZARLO
FARLO INNAMORARE DI LEI
DA DUE PRETENDENTI, IL MARCHESE DI FORLIPOPOLI E IL CONTE DI ALBAFIORI
SECONDO ATTO
MIRANDOLINA RISERVA AL CAVALIERE TANTA GENTILEZZA E PARTICOLARI RIGUARDI
EGLI COMINCIA A MOSTRARE I PRIMI SEGNALI DI CEDIMENTO
DEI SUOI SENTIMENTI PER LA GIOVANE, IL CAVALIERE DECIDE DI ANDARE VIA DALLA LOCANDA
FINGE DI SVENIRE E IL CAVALIERE RIMANE IN LOCANDA
TERZO ATTO
IL CAVALIERE CADE NELLA TRAPPOLA DELLA LOCANDIERA E LE REGALA UNA BOCCETTA IN ORO
IL CONTE ED IL MARCHESE CHE SI SONO ACCORTI DI TUTTO
IL CAVALIERE DI ESSERE INNAMORATO DELLA LOCANDIERA
SI ACCENDE UNA GRAVE DISPUTA TRA GLI UOMINI CHE POTREBBE TERMINARE TRAGICAMENTE
MIRANDOLINA RAGGIUNGE IL SUO OBIETTIVO
LA SITUAZIONE ORMAI INGESTIBILE DEI SUOI PRETENDENTI
DISPOSARE FABRIZIO, ANCHE SENZA AMARLO
ARS AMANDI
NON FARSI INGANNARE DALLE DONNE
TENDENZA DEL CAVALIERE A SOFFRIRE
FURBIZIA, INDIPENDENZA, MALIZIA E INTELLIGENZA DI MIRANDOLINA
GOLDONI ESALTA LA FIGURA DELLA DONNA, CONSAPEVOLE E DETERMINATA
MASCHERE SOSTITUITE DAL VOLTO DEGLI ATTORI
LO SVOLGERSI DEGLI EVENTI E' MINUZIOSAMENTE PIANIFICATO DA GOLDONI
CRITICA L’ARISTOCRAZIA E NOBILTÀ DELL'EPOCA
PARASSITI VERSO IL PROGRESSO, INUTILI E PRETENZIONI
GIOVANE E BELLA RAGAZZA, PROPRIETARIA DELLA LOCANDA, ASTUTA E FURBA
LA MASCHERA DI COLOMBINA DELLA COMMEDIA DELL’ARTE, MA CON ALCUNE DIFFERENZE
NOBILE DI SPADA, HA VENDUTO IL SUO TITOLO
PER CONQUISTARE LA LOCANDIERA SIA ESSENZIALE SOLO IL SUO ONORE.
NOBILE DI TOGA, HA COMPRATO IL TITOLO NOBILIARE
CONQUISTARLA CON IL DENARO E AMMALIANDOLA CON REGALI COSTOSI
SGARBATO, MISOGINO E PRESUNTUOSO
MIRANDOLINA ESCOGITA UN PIANO PER RIDICOLIZZARLO
COLLEGA DI MIRANDOLINA, SPOSATO ALLA FINE DELL’OPERA
Primo atto
La locandiera Mirandolina, insieme a Fabrizio gestisce a Firenze, la locanda lasciatagli in eredità dal padre defunto. Mirandolina è una giovane e bella ragazza spesso corteggiata dai clienti della locanda e in particolare da un aristocratico che ha ceduto il suo titolo nobiliare, il Marchese di Forlipopoli e da un mercante che arricchendosi decise di comprare il titolo nobiliare, il Conte di Albafiorita. I due corteggiano la protagonista quasi sfidandosi, entrambi spinti da una convinzione. Il Marchese crede che per conquistare la locandiera sia essenziale solo il suo onore mentre al contrario il Conte pensa di conquistarla nello stesso modo in cui ha ottenuto il titolo nobiliare, con il denaro e regali costosi. Mirandolina però, non si lascia ingannare né dalla nobiltà di spada né nella nobiltà di toga dei due contendenti.Quando in locanda arrivò il Cavaliere di Ripafratta, ci fu una svolta. Quest’ultimo si rivolgeva a Mirandolina con modi sgarbati e presuntuosi, lamentandosi del servizio offerto alla locanda e dando ordini. La giovane sentendosi trattata da schiava escogitò un piano per ridicolizzare il Cavaliere: farlo innamorare di lei.
Secondo atto
Per portare a termine il suo piano, Mirandolina riserva al Cavaliere tanta gentilezza, particolari riguardi, si comporta come vorrebbe il Cavaliere e comincia anche lei ad avere degli atteggiamenti misogini e a condividere lo stesso pensiero del Cavaliere sul matrimonio, cercando di compiacerlo. Il Cavaliere pian piano comincia a mostrare i primi segnali di cedimento e egli accorgendosene decide di lasciare la locanda. Di tutta risposta Mirandolina per evitare che il suo piano vada in fumo e che il Cavaliere lasci la locanda, finge di svenire nel momento in cui egli sta per andare via.
Terzo atto
Il Cavaliere cade nella trappola della locandiera e non lascia la locanda anzi le regala una boccetta in oro che lei decide di buttare via. Ella raggiunto il suo obiettivo comincia a comportarsi in modo ostile verso il Cavaliere, il quale accusato dagli altri due pretendenti di essersi innamorato di Mirandolina, dà inizio ad una discussione molto violenta.L’innamoramento del Cavaliere, reso ormai pubblico, corona la vendetta della locandiera. Rendendosi conto della situazione tesa che ha creato tra il Marchese, il Conte ed il Cavaliere, Mirandolina decide quindi di risolvere tutto sposando, sotto consiglio del padre ormai defunto, il suo collega Fabrizio seppur non amandolo. Ella vede nel matrimonio la via d’uscita dalla quella scomoda soluzione.L’opera si conclude con la scena in cui Mirandolina con la boccetta d’oro regalatagli dal Cavaliere, esorta il pubblico maschile a non lasciarsi ingannare.
Il principale insegnamento che Goldoni vuole far trasparire dall’opera è collegato all’ars amandi cioè il concetto che l’uomo deve stare attento alle malizie e inganni che le donne escogitano con furbizia ed ingegno.Si sofferma anche sull’analisi dei personaggi evidenziando la tendenza del Cavaliere a ritrovarsi sempre in situazioni che lo portano a soffrire, la furbizia, l’indipendenza, la malizia e l’intelligenza di Mirandolina che la portano al successo.
Il matrimonio finale con Fabrizio è inserito solo per far sì che l’opera abbia un lieto fine rispettando le convenzioni.
Quest’opera di Goldoni stravolge completamente gli schemi della Commedia d’Arte: le maschere finora usate dagli attori erano sostituite totalmente dal volto degli attori, lo svolgersi degli eventi prima affidato all’improvvisazione degli attori viene sostituita da un’attenta pianificazione degli eventi da parte di Goldoni. Mirandolina rappresenta la maschera di Colombina della Commedia dell’Arte, ma su alcuni aspetti è molto diversa e soprattutto imprevedibile.
E’ un'opera che non si ispira ai temi filosofici e intellettuali dell’epoca illuminista, anzi rappresenta proprio il dibattito e le idee contrastanti del periodo storico. La protagonista rappresenta i nuovi ideali della borghesia mercantile preoccupandosi dei suoi interessi mentre il Conte ed il Marchese, la nobiltà di spada cioè quei nobili di antica stirpe e quella di toga rappresentata dai borghesi ricchi nobilitati. In generale la nobiltà rappresenta nell’opera il parassita inutile per il progresso ma anzi pretenzioso e ridicolo.
Nell’opera Goldoni esalta la figura della donna, rappresentandola come un soggetto determinato e consapevole. Il punto di vista di Goldoni sulla società e soprattutto sull’aristocrazia e nobiltà fu molto criticato soprattutto dai nobili veneziani, per questo motivo egli decise di cambiare l’ambientazione delle sue opere da Venezia a Firenze.
Algorino
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