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L'arte bizantina, con i suoi mosaici luminosi e icone spirituali, riflette la storia di un impero che ha influenzato l'estetica religiosa. Da Costantinopoli a Ravenna, le opere come la Hagia Sophia e i mosaici di San Vitale rappresentano un patrimonio artistico di inestimabile valore. La pittura e le arti plastiche bizantine, pur con influenze classiche, si distinguevano per la loro forte connotazione spirituale e simbolica.
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PERIODO PALEOBIZANTINO
L'ARTE BIZANTINA NON AVEVA ANCORA UNA IDENTITA' PRECISA
PRIMA ETA' D'ORO
RAGGIUNGE LA MAGGIORE ESPRESSIONE E QUALITA'
RINASCENZA MACEDONE
COMPENSA L'INVOLUZIONE DEL VII SECOLO
RECUPERANDO VIVACITA' E STILE ELLENISTICO
SECONDA ETA' D'ORO
RINASCENZA PALEOLOGA
GIUSTINIANO I IL GRANDE FECE COSTRUIRE I PIU' BEI MONUMENTI
LA GRANDE MOSCHEA BENEDETTA DELLA SANTA SOFIA
SI POSSONO TROVARE I MOSAICI PIU' BELLI CON DECORAZIONI SFARZOSE
RICOSTRUZIONE DI STRADE, PONTIE MURA, AFFRESCI E MOSAICI NELLE CHIESE
GESU', I SANTI, LA VERGINE E LE DODICI FESTE DELLA CRISTIANITA'
POCO APPREZZATA PERCHE' ASSOCIATA AL PAGANESIMO
MOLTO SVILUPPATA SIA NELLE DECORAZIONI CHE NELLE OPERE IN AVORIO
La storia dell’arte bizantina può essere schematizzata in diverse fasi che descrivono la nascita, lo sviluppo, la massima espressione e la fine della stessa.
Nel periodo tra la fondazione di Costantinopoli e il VI secolo, l’arte bizantina non aveva ancora un’identità definita. In questo periodo infatti si parla di arte del periodo paleobizantino di cui troviamo espressione nelle città di Roma, Alessandria d’Egitto, Efeso ed Antiochia. Dall’inizio del VI secolo, si può definire il periodo della “prima età d’oro” durante il quale l’arte bizantina raggiunge la maggiore espressione e qualità.
Dal secolo successivo ha inizio ad una fase di regressione che viene poi compensata dalla Rinascenza macedone (IX-XI secolo) recuperando la vivacità e lo stile ellenistico. Il XII secolo è conosciuto come “seconda età dell’oro” che si prolunga fino alla caduta di Costantinopoli. Nel 1261 con la ripresa della capitale inizia l’ultimo periodo fiorente chiamato Rinascenza paleologa che termina con la caduta di Costantinopoli.
Costantinopoli
Nel 330, Costantino I fondò la nuova capitale e commissionò la costruzione di molti complessi. Tra questi, ai giorni nostri, possiamo apprezzare solo l’Ippodromo, un’arena per i giochi nella quale l’imperatore si mostrava circondato dalle sue ricchezze e riceveva gli elogi e l’acclamazione del popolo.Teodosio II fu l’artefice della costruzione della cinta muraria ma, il massimo splendore di Costantinopoli fu raggiunto con Giustiniano I il Grande che fece costruire dei meravigliosi monumenti: la Hagia Sophia (la Grande Moschea Benedetta della Santa Sofia), la Santa Irene e la chiesa dei Santi Sergio e Bacco.
Ravenna
A Ravenna si possono trovare i più bei mosaici dell’arte bizantina, alcuni di questi nella basilica di San Vitale risalenti all’epoca di Giustiniano I. La basilica presenta decorazioni sfarzose, con marmi policromi, capitelli e raffigura l’epifania di Giustiniano I e l’Imperatrice Teodora. Le raffigurazioni sono bidimensionali, prive di plasticità e volume, i personaggi sono rappresentati come semi-divini, in posizione frontale, presentano l’aureola e sono raffigurati su uno sfondo dorato.Anche nella chiesa di Sant’Apollinare Nuovo e Sant’Apollinare in Classe si possono apprezzare dei mosaici con rappresentazioni simboliche che hanno una dimensione trascendente, ricchi di luce e spiritualità.
Roma
Grazie all’iniziativa di Papa Felice IV, fu edificata nel centro del foro Romano, la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, utilizzando delle parti di edifici e fu inserito il mosaico bizantino che rappresenta Cristo tra i Santi Cosma e Damiano. Il mosaico è una rappresentazione simbolica, irreale ma mostra comunque delle note classiche e plastiche, come la presenza delle ombre. Questo dettaglio non è presente nelle opere bizantine successive ed inoltre lo sfondo che in questo mosaico è blu, verrà sostituito con quello oro.Dopo la conquista di Roma nel 552, i bizantini si dedicarono alla ricostruzione di strade, mura, ponti ed acquedotti e alla riapertura di edifici pubblici e chiese (conversione del templi come il Pantheon). Inoltre, anche nella chiesa di Santa Maria Antiqua sono stati rinvenuti degli affreschi bizantini: la Madonna col bambino tra angeli, l’Annunciazione, l’immagine di San Gregorio Nazianzeno e altre tracce, tutte riconducibili all’arte bizantina.
Il mosaico era lo strumento artistico che più riusciva a soddisfare i canoni e i principi dell’arte bizantina.
La luce era il mezzo attraverso cui le raffigurazioni raggiungevano una connotazione astratta, trascendente e spirituale anche grazie ai colori, alla mancanza di plasticità e volume. I soggetti solitamente raffigurati sono il Cristo Pantocratore circondato dagli angeli, Evangelisti e la Madonna.
I mosaici che si possono apprezzare ai giorni nostri sono: la Pietà presso Santa Sofia di Costantinopoli, il San Giorgio al Louvre ed altri mosaici nella chiesa di Santa Irene, San Salvatore in Chora, nella Basilica di San Vitale a Ravenna, nel duomo di Cefalù e in quello di Monreale, nella Cappella Palatina a Palermo e nella moschea di Omar.
La pittura bizantina prende spunto dalla pittura classica-ellenistica ma con una riformulazione di alcuni aspetti per esaltare la spiritualità, ad esempio si preferisce la prospettiva frontale, le forme schematizzate e gli sguardi fissi.
Inoltre vennero esaltazione delle icone cioè la raffigurazioni di Gesù, i santi, la Vergine e le Dodici feste della Cristianità. Le miniature nei manoscritti bizantini hanno delle influenze orientali ed elleniche. I manoscritti rinvenuti più diffusi sono i salteri e gli omeliari.
La scultura lapidea invece, non fu molto diffusa come decorazione architettonica, infatti sono poche le sculture a tutto tondo rinvenute. Il motivo per cui non fu molto apprezzata e praticata l’arte plastica era probabilmente l’associazione alle statue classiche pagane, quindi una divergenza religiosa portava ad associare la raffigurazione tridimensionale al paganesimo.
La lavorazione di metalli preziosi, pietre e cristalli, cioè l’arte suntuaria invece era molto diffusa e raggiungeva livelli molto elevati di qualità.
Molte sono anche le opere in avorio come la cattedra vescovile di Massimiano a Ravenna, un vero e proprio trono episcopale con una struttura in legno e ricoperto di placca in avorio.
Algorino
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