La tettonica delle placche è il modello di dinamica della Terra secondo cui essa è suddivisa in una ventina di placche principali.
In questa mappa concettuale sono illustrate:
Dobbiamo immaginare la terra come coperta da magma, che raffreddandosi e solidificandosi progressivamente si espanse verso l'equatore. Si formarono quindi due supercontinenti che, a causa della riduzione del magma sottostante, si scontrarono e fratturarono.
Le placche tettoniche si possono paragonare a zattere che galleggiano sull’astenosfera, lo strato sottostante il mantello superiore. Le zolle si possono muovere e collidere, dando vita ai continenti.
I margini della zolla possono essere di tre tipi:
Se convergono una placca continentale e una oceanica, questa viene trascinata in profondità nel mantello. Se a convergere sono invece due litosfere oceaniche, una delle due sottoscorre all’altra generando un arco vulcanico insulare.
La Terra emette continuamente calore, dovuto al nucleo interno molto caldo. Il calore generato si trasmette agli strati superiori per convezione. I movimenti delle placche traggono energia dai moti convettivi che avvengono al di sotto della litosfera.
Fosse e dorsali non sono strutture stabili. Una fossa può essere distrutta e sostituita da un’altra e una nuova dorsale può nascere nel bel mezzo di un continente. Quando grandi masse di materiale caldo risalgono in superficie possono originare una dorsale.
In seguito la lava fuoriesce generando una nuova crosta oceanica. Le acque invadono rapidamente la depressione e si forma un oceano. Questo fenomeno è noto come “ciclo di Wilson” grazie a cui si è potuti risalire al supercontinente Pangea risalente a 355 milioni di anni fa.
Per orogenesi si intende la generazione di nuova litosfera oceanica. Quando si arriva ad un’interazione continente-continente si crea una nuova catena montuosa. Esempi sono la cordigliera delle Ande o la catena montuosa dell’Himalaya. E’ per questo motivo che rocce tipiche dei fondali marini sono riscontrabili anche in alta quota.