La Rivoluzione francese fu un periodo di sconvolgimento sociale, politico e culturale, in cui la violenza era diventata la voce del popolo per farsi sentire. Questo evento nacque in una Francia logorata dalla disuguaglianza e dalla povertà, e si protrasse tra il 1789 e il 1799.
In questa mappa concettuale andremo ad analizzare:
La Rivoluzione Francese nasce in una nazione “sottomessa” alla monarchia assoluta di Luigi XVI, immagine di Dio in terra. Il monarca aveva infatti il potere di comandare l’esercito, di prevenire o annullare qualsiasi sentenza in tribunale, di richiamare ogni causa dalle corti al consiglio.
In dettaglio, il potere esecutivo del Re era esercitato attraverso numerosi consigli:
In realtà, ai tempi di Luigi XVI i consigli avevano perso potere e importanza, venendo “sostituiti” da quattro ministri stato (Affari esteri, Guerra, Marina, Maison du Roi) e del controllore generale dalla finanza. Questi ministri erano chiamati ed eletti dal sovrano. Questo, rese la monarchia ancora più assoluta e divenne un problema in quanto significava che il coordinamento del governo dipendeva interamente dalle capacità e dal volere del sovrano.
La società era suddivisa in 3 classi:
La nobiltà e il clero rappresentavano una piccola parte della popolazione, ed erano coloro che avevano i privilegi. Il terzo stato rappresentava invece la maggior parte della popolazione (98%) , dai borghesi ai sottoproletario accomunati da una posizione “inferiore” al clero e ai nobili. Chi faceva parte del terzo stato era completamente escluso dal potere e dal governo.
Gli anni precedenti alla rivoluzione francese furono anche anni di grande difficoltà economica per la popolazione. Ci furono un susseguirsi di eventi sfavorevoli, tra crollo dei prezzi agricoli, la siccità, la crisi industriale. Il culmine di tutto questo fu nel 1788 quando un racconto pessimo che face aumentare anche il prezzo del pane.
La crisi economica fu aggravata anche dalle enormi spese dovute alla guerra anglo-francese.
Il sistema fiscale francese era basato sulla taille, ovvero un’imposta diretta che colpiva i contadini francesi e i non nobili in Francia. Questa disuguaglianza era aggravata anche da un complicato sistema di imposte indirette. Il sistema fiscale quindi non riusciva a garantire né un’efficace mobilitazione di risorse economiche, né di contrastare il deficit. Il debito pubblico cresceva quindi esponenzialmente.
In questo contesto in Francia si era sviluppata una cultura filosofica-politica “l'Illuminismo”, con alla base i tre principi fondamentali di razionalismo, egualitarismo e contrattualismo.
La Rivoluzione francese fu un evento estremamente sanguinoso. Si stimano circa 600000 morti. Questa rivoluzione ottenne però i risultati sperati, con l’eliminazione dell'Antico Regime, ovvero del sistema antico e ormai radicato Francese. Gli storici ritengono che la Rivoluzione francese sia stata di fatto una necessità storica.
Tra gli obiettivi raggiunti e i principi giuridici, etici e sociali fissati dalla rivoluzione possiamo vedere:
La dichiarazione è un testo giuridico che contiene una solenne elencazione di diritti fondamentali del cittadino. Fu emanata il 26 agosto del 1789 e ha ispirato numerose carte costituzionali. Il suo contenuto ha rappresentato uno dei più alti riconoscimenti della libertà e dignità umana.