Giovanni Pascoli, poeta e critico letterario, ha rappresentato una figura significativa nella letteratura italiana a partire dalla fine dell’Ottocento. Viene ricordato come il maggior poeta del Decadentismo italiano con formazione positivistica. Tra le sue teorie ricordiamo quella del “fanciullino” orientata nella valorizzazione della dimensione infantile e primitiva dell’essere umano.
In questa mappa concettuale sono illustrate:
Appartenente a una famiglia benestante, Giovanni Pascoli nacque nel 1855 in provincia di Forlì. Il 10 Agosto 1867, il padre fu assassinato e questo evento segnò profondamente la vita del giovane dodicenne come appare dalla poesia, X agosto, scritta in suo ricordo. In seguito a questa dolorosa perdita seguirono una serie di lutti che contribuirono alla disgregazione della famiglia Pascoli.
In seguito alla morte del fratello, Pascoli lasciò il collegio di Urbino per trasferirsi a Rimini e frequentare il liceo classico ma terminò gli studi a Cesena. Si iscrisse all’Università di Bologna dove ebbe modo di conoscere il poeta Carducci.
La partecipazione di Pascoli ad una protesta contro la condanna di alcuni monarchici provocò il suo arresto e l’assoluzione del processo al quale testimoniò l’amico Carducci. In seguito all’uccisione di Umberto I, Pascoli decise di abbandonare l’interesse politico mantenendo un socialismo umanitario verso i deboli.
Il conseguimento della laurea nel 1882, stimolò Pascoli ad intraprendere la carriera da insegnante di latino e greco ritrovando così la gioia di vivere. Entrò a far parte della massoneria presso la loggia “Rizzoli” di Bologna e successivamente iniziò la collaborazione con la rivista Vita nuova in cui uscirono le prime poesie della raccolta di Myricae.
Nel 1894 fu chiamato a Roma per collaborare con il Ministero della pubblica istruzione e conobbe Gabriele D’Annunzio.
Dopo aver ottenuto la cattedra universitaria a Bologna, si trasferì con la sorella Maria nel piccolo borgo di Castelvecchio in cui creò il suo nido; una specie di microcosmo lontano dal disordine esterno, oscuro e privo di riferimenti. Il rapporto con le sorelle difficile e complicato rappresenta il nido familiare considerato il centro della poesia pascoliana.
Le previsioni della catastrofe bellica europea contribuirono alla condizione di pessimismo e incertezza del poeta. Nel 1906 divenne professore di letteratura italiana all’Università di Bologna succedendo a Carducci, sei anni dopo le sue condizioni di salute peggiorarono a causa dell’abuso di alcool fino alla morte per cirrosi epatica nella sua casa a Bologna.
Tra le opere più significative ricordiamo la raccolta di poesie Myricae in cui vengono descritti “quadretti” di vita campestre con componimenti dedicati al ciclo delle stagioni, al lavoro dei campi e alla vita contadina. Il significato intrinseco dell’opera fa riferimento a stati d’animo inquieti ed emozionali dedicati alla memoria del padre.
Importante anche la produzione latina, coerente con la poetica del Fanciullino in riferimento all’infanzia e alla poetica delle cose antiche; età nelle quali l’uomo vive lo stato di natura. I Poemata Christiana rappresentano il suo capolavoro in lingua latina in cui viene descritta la storia del Cristianesimo in Occidente.