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Il Decameron di Giovanni Boccaccio è un'opera letteraria che si snoda attraverso racconti di dieci giovani fuggiti dalla peste del 1348. Rappresenta temi come amore, fortuna e natura, riflettendo la cultura borghese e cortese-cavalleresca del tempo. Le novelle, ricche di varietà umana e valori, anticipano l'Umanesimo.
DECAMERON SIGNIFICA "DI DIECI GIORNI"
EXAMERON DI SANT'AMBROGIO
DIECI GIOVANI RACCONTANO NOVELLE A TURNO
UN TEMA AL GIORNO
DIVERSE INTERPRETAZIONI PER LA STRUTTURA
DIVISA IN DUE PARTI
ASCENDENTE
A GRAPPOLI TEMATICI
I DESTINATARI
LE DONNE
I TEMI PRINCIPALI
PESTE NERA DI FIRENZE DEL 1938
LA FORTUNA
EVENTO INASPETTATO CHE SCONVOLGE LE VICENDE
LA NATURA
FORZA PRIMORDIALE
L'AMORE
ETEROGENEA
LESSICO GERGALE E PITTORESCO
LESSICO AULICO E ELEGANTE
DALLA CHIESA CATTOLICA
INDICE DEI TESTI PROIBITI
E' SUCCESSIVAMENTE MODIFICATA DAI DEPUTATI
TRE LIVELLI DI NARRAZIONE
BOCCACCIO, NARRATORE ONNISCENTE
NARRATORI DELLE NOVELLE
PROTAGONISTI DELLE NOVELLE
Il titolo
Il titolo dell’opera, Decameron, deriva dal greco e letteralmente significa “di dieci giorni”. Boccaccio si ispira all’opera di Sant’Ambrogio Exameron, proprio perché voleva creare un’ analogia con quest’ultima: come il Santo raccontava la creazione dell’umanità, nel Decameron se ne racconta la rinascita in seguito alla peste di Firenze. Infatti, a mano a mano che si susseguono i racconti dei protagonisti, sono ricostruiti l’immagine, i valori e le strutture relazionali dell’umanità, che altrimenti andrebbero distrutte dalla peste.
La struttura narrativa
All’interno dell’opera, Boccaccio immagina che dieci giovani, tutti di elevata condizione sociale, si rifugiano dalla peste in campagna, trascorrendo le giornate secondo precise regole. Al pomeriggio si riunivano per raccontare a turno delle novelle, dopo aver fissato il tema della giornata. Pur avendo in comune il tema, le novelle sono molto diverse poiché l'autore vuole rappresentare la vita di tutti i giorni nella sua grande varietà di tipi umani, di atteggiamenti morali e psicologici. La struttura è soggetta a diverse interpretazioni: una di queste ipotizza una struttura ascensionale, partendo da valori negativi nella prima giornata, concludendo con i valori positivi nell’ultima; la seconda ipotizza grappoli tematici formati ognuno da giornate con temi simili; infine, la terza ipotesi è la divisione in due parti, ognuna formata da cinque giornate.
Il proemio
Nel proemio del Decameron, l’autore delinea i motivi della stesura e i destinatari dell’opera: Boccaccio specifica che l’opera è destinata in particolare alle donne, quelle che amano, appartenenti alla borghesia cittadina, benestanti e acculturate. Sceglie le donne perché, date le usanze del tempo, non erano concessi loro gli stessi svaghi degli uomini per sfuggire alla sofferenza e alle pene d’amore e le novelle potevano essere una soluzione. Uno dei temi più importanti, infatti, è proprio l’amore, come indicato già dal proemio.
La cornice
La cornice dell’opera è rappresentata dalla Peste che colpì Firenze nel 1348, della quale Boccaccio, all’inizio dell’opera, fa una lunga e dettagliata descrizione. Al contrario, i giovani narratori, creano una realtà parallela, per dimostrare come l'uomo, grazie all'aiuto delle proprie forze e della propria intelligenza, sia in grado di dare un ordine alle cose. Le novelle, invece, hanno vita autonoma e la loro diversità rappresenta l’eterogeneità del mondo e dei valori, distrutti dalla malattia.
I temi del Decameron
I due temi principali del Decameron sono la Fortuna e la Natura, le due ministre del mondo. La Fortuna nelle novelle appare spesso come evento inaspettato che sconvolge le vicende, mentre la Natura si presenta come forza primordiale, la cui espressione principale è l'Amore, come sentimento invincibile che domina l'anima e i sensi, che sa ugualmente essere sinonimo di vita e di morte. In questo conteso, la virtù non è rappresentata dall’oppressione degli impulsi, ma dalla capacità di dominarli. La Fortuna, nell’opera di Boccaccio, non è rappresentata da un’intelligenza angelica che agisce nell’ambito di un progetto divino (come nella Divina Commedia), ma è di natura laica. Un altro tema ricorrente è l’ingegno e l’intelligenza, rappresentati dalla prontezza di spirito, con l’utilizzo dei motti, oppure dall'astuzia di trarsi d’impaccio dalle situazioni più difficili.L’opera ha una duplice anima: una è realistica, riflette la cultura della classe borghese-mercantile; la seconda è aristocratica e in essa sono presenti le virtù del mondo cortese-cavalleresco. Oltre ai temi principali, un tema molto ricorrente è quello dell’individualità, con il quale termine si indica il complesso di qualità che caratterizza un individuo capace di agire e pensare secondo modalità proprie. Quasi tutti i temi presenti nell’opera, anticipano la corrente dell’Umanesimo.
La lingua del Decameron
La lingua dell’opera segue l’eterogeneità dei racconti e dei temi: il lessico, infatti, varia da una scelta aulica ed elegante, a alternative gergali e pittoresche.
Le tecniche narrative
Ci sono nel Decameron tre livelli di narrazione: Boccaccio, autore e narratore onnisciente, è il primo; il secondo sono i narratori delle novelle e il terzo sono i protagonisti dei racconti.
La censura
Il Decameron apparve nell’indice dei libri proibiti dalla Chiesa Cattolica, istituito da Papa Paolo IV, nel 1559. In più, nel 1573, l’Inquisizione commissionò a esperti fiorentini, chiamati i Deputati, il compito di rivedere e sistemare l’opera di Boccaccio.
Algorino
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