Carlo V d’Asburgo (1500-1558) Imperatore del Sacro Romano, dell'Impero germanico, arciduca d’Austria, re di Spagna e principe dei Paesi Bassi, Carlo V seguirà una politica ambiziosa, cercando di unire in una monarchia cristiana l’Europa incontrando però delle difficoltà come l’impero Ottomano, la Riforma Protestante e il Regno di Francia.
Dal 1537 Carlo V si impegnò due volte contro l’impero Ottomano, in mano al comandante Barbarossa che godeva dell’aperto appoggio di Francesco I ma entrambe le volte ne uscì sconfitto e dovette rinunciare al controllo del Mediterraneo.
In questa mappa concettuale vedremo:
Il 15 Dicembre 1545 il Papa Paolo III convocò il concilio ecumenico a Trento ma i protestanti si rifiutarono di riconoscerlo. Nel 1547 Carlo V insieme al fratello Ferdinando a capo delle forze austriache e ai Paesi Bassi sconfisse, nella battaglia di Mühlberg, le forze protestanti costringendo i principi dell’impero tedesco a sottomettersi all’imperatore.
Nello stesso anno morì il re Francesco I di Francisa e salì il secondogenito Enrico II. Inoltre il Papa spostò il concilio da Trento a Bologna, cercando così di sottrarlo all’influenza dell’imperatore per concentrarsi su temi più teologici.
Carlo V in questo momento controllava direttamente o indirettamente buona parte della penisola italiana: l’Italia meridionale era vicereame spagnolo, inoltre con la sua alleanza con Federico Gonzaga aveva potere sul ducato di Milano, Genova, la Savoia e i ducati di Ferrara, Toscana e Mantova e alle Repubbliche di Siena e Lucca.
Per paura di una possibile riconquista da parte di Carlo V, Ottavio Farnese cercò protezione dal re di Francia Enrico II. A questa alleanza si unì anche il Papa.
Enrico II tentò di conquistare Napoli, che era sotto il controllo di Carlo V e per farlo si alleò nel 1552 con i Turchi. Nonostante la sconfitta della flotta imperiale da parte di quella turca Enrico II non riuscì a conquistare Napoli e il tentativo fallì.
In Germania, dopo la vittoria a Mühlberg, Carlo V adottò una politica estremamente rigida nei confronti dei principi protestanti, i quali si unirono in una lega e cercarono l’appoggio di Enrico II contro l’imperatore stesso: l’accordo, stipulato nel 1552, prevedeva aiuto economico per finanziare le truppe della lega e in cambio la riconquista delle città di Verdun, Toul, Cambrai e Metz per la Francia.
Si aprì una guerra con Enrico II ma si concluse con il Trattato di Passavia che vide lo scioglimento dell’alleanza tra i principi protestanti con Enrico II in cambio di libertà religiose.
Nello stesso anno Carlo V tentò di riconquistare la Lorena alla Francia, iniziando dall’assedio della città di Metz che però fu un fallimento.
Nel 1555 viene stipulata la Pace di Augusta, un trattato tra Ferdinando (in rappresentanza di Carlo V) e la Lega di Smalcald, un'unione di principi protestanti del Sacro Romano Impero, presso la città imperiale di Augusta (Augsburg in tedesco).’accordo fu un vero e proprio elemento di stabilizzazione e segnò la divisione dell’Impero tra protestanti e cattolici.
Si tratta del principio del “cuius regio eius religio”, il suddito doveva professare la religione professata dal principe del suo Stato.
Questa scelta dell’Impero spinse Papa Paolo IV a cercare un nuovo difensore della Chiesa di Roma e per questo strinse un'alleanza con il re di Francia.
Nel 1556 Carlo V abdicò e divise il regno tra i due successori:
Carlo V partì per la Spagna, dove risiedette vicino al monastero di San Jeronimo di Yuste.
Carlo V morì il 21 Settembre 1558, probabilmente di malaria.